Padova: alle elementari i bagni sono troppo sporchi, i bambini costretti a pulirli

I bagni della scuola sono troppo sporchi? e allora li pulisca chi ha sporcato. E se non si sa chi è stato, tanto peggio: che siano tutti i bambini a pulirli, durante l’intervallo, con la supervisione di insegnanti e bidelli: in questo modo si “renderanno conto, facendone l’esperienza concreta, del significato dei comportamenti vergognosi di alcuni compagni”.

La misura, che ha subito scatenato le polemiche, è stata presa nella scuola elementare ‘Ardigò’, nel centro storico di Padova, e ha colpito bambini dai 6 agli 11 anni.

La comunicazione della “punizione collettiva” è arrivata a casa delle famiglie dei piccoli studenti senza la firma della preside, Marisa De Danieli, ma con un generico “i docenti”.

Molti genitori si oppongono al lavoro “socialmente utile” per una colpa non commessa. Per questo uno di loro, Fabrizio Gasparello, ha preso carta e penna e ha scritto alla preside, al provveditorato e al sindaco.

“Quando mio figlio mi ha detto questa cosa – racconta al Gazzettino – ero molto turbato. Non è possibile che decine di bambini incolpevoli si debbano umiliare per porre rimedio all’inciviltà di pochi.  Mio figlio va a scuola per imparare le materie previste nel programma, per socializzare e relazionarsi con i compagni, non per imparare che le responsabilità di pochi manigoldi e l’incapacità gestionale di alcuni soggetti gli debbano far subire punizioni umilianti e repressive che nulla hanno a che fare con l’istituzione scolastica”.

“Io non so – continua – se la preside si rende conto delle conseguenze di questa azione, da quelle igienico-sanitarie a quelle psicologiche”. Proprio per questo motivo, Gasparello ha deciso di diffidare la preside “dal costringere mio figlio a compiere qualsiasi attività che fuoriesca anche minimamente dal percorso di studi. Qual è la ricompensa per andare bene a scuola pulire i gabinetti sporcati da altri? Insomma – conclude il genitore – gli ho fermamente proibito di pulire i gabinetti e sono pronto ad ricorrere al tribunale se dovrà subire azioni lesive della sua dignità”.

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