Funzionari e magistrati nella “rete” di Balducci & co

Pubblicato il 8 Marzo 2010 - 12:40 OLTRE 6 MESI FA

Angelo Balducci

Ore decisive per la scarcerazione di tre delle sei persone arrestate nell’ambito dell’inchiesta sui grandi eventi che ha colpito anche la Protezione civile. Diego Anemone, Angelo Balducci e Mauro Della Giovampaola hanno chiesto al gip di Perugia di revocare la misura disposta nei loro confronti il 27 febbraio. Il pubblico ministero ha dato parere negativo ma la decisione del giudice Paolo Micheli è attesa nel pomeriggio di lunedì 8 marzo.

Nella stessa mattinata Balducci è stato interrogato dal gip di Roma nel carcere di Regina Coeli. Secondo il suo avvocato, Franco Coppi, «Balducci, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ha proclamato la sua estraneità alla vicenda e quindi non sappiamo quale contributo possa portare: di tutto quello che sarebbe avvenuto non sa assolutamente nulla».

Lasciando il carcere romano, Coppi ha proseguito affermando che «non riusciamo a cogliere gli estremi di questi reati che gli vengono contestati, questo provvedimento restrittivo della libertà ci sembra privo di presupposti».

Rispondendo a chi gli chiedeva informazioni sulle condizioni del suo assistito Coppi ha precisato: «Lui è uno che regge, è reattivo e si difende ma il carcere non è un albergo a cinque stelle: è un’esperienza che segna». E Balducci, secondo il suo avvocato, è «psicologicamente provato».

In merito all’interrogatorio, il legale ha aggiunto che è stato svolto «in un clima disteso» ma ha proseguito affermando che è una cosa «singolare che ciò sia stato fatto per rogatoria: non abbiamo visto nessuno dei magistrati che hanno emesso il provvedimento. È la prima volta che mi capita una cosa del genere in tanti anni di carriera». I legali di Balducci hanno annunciato che chiederanno l’annullamento del provvedimento di custodia cautelare.

Intanto, però, l’inchiesta si allarga ed emerge progressivamente una fitta rete di rapporti tra gli indagati, giudici amministrativi e funzionari della Pubblica amministrazione. I pm, nella richiesta di arresto, definiscono i rapporti “opachi e collusivi, comunque meritevoli di ulteriori accertamenti”.

Nel mirino degli inquirenti ci sono le relazioni di Angelo Balducci e dell’avvocato Guido Cerruti, agli arresti domiciliari dal 5 marzo. Nel caso di Balducci il gip di Firenze Rosario Lupo parla di «enorme potere conquistato sul campo». Da chiarire, in particolare, il legame tra Balducci e il presidente del Tar del Lazio Pasquale De Lise. Le intercettazioni di telefonate tra i due sono diverse: in una si parla di un “documento” che De Lise deve mostrare a Balducci.

I due parlano anche del Salaria Sport Village, cuore dell’inchiesta, e luogo dei massaggi di Bertolaso. Il circolo, che fa capo a Diego Anemone è coinvolto in una storia di presunte irregolarità. Il Tar rigetta tutto e Balducci ringrazia sia De Lise sia l’avvocato Leozappa che segue la faccenda.

Anche l’avvocato Cerruti ha contatti con il Tar, nel suo caso quello della Lombardia. Cerruti parla spesso con il presidente Piermaria Piacentini ma riserva le sue attenzioni anche ad appalti pubblici (senza averne alcun titolo come scrivono i pm).  La persona con cui dialoga l’avvocato è Maria Pia Forleo, dirigente del Consiglio dei Lavori Pubblici. Non solo: Cerruti si “interessa” agli appalti attraverso numerosi funzionari. Per “zelo” si distingue Mariella Civitella che lo chiama per chiedere quale perito sia di suo gradimento. In cambio la Civitella chiede un occhio di riguardo per il figlio che dopo un concorso si ritrova tra gli idonei ma molto indietro in graduatoria.

Cerruti chiede immediatamente le carte e si mostra sensibile al problema della funzionaria che, dal canto suo, racconta ad un’amica le sue gesta e si definisce “una formichina che si è messa a disposizione di queste persone”.