Bambino conteso a Cittadella: cos’è la “sindrome di alienazione genitoriale”

PADOVA – Una lunga battaglia legale a colpi di querele e ricorsi. Un bambino di 10 anni affidato per sentenza al padre. Un’esecuzione di quella sentenza che ha scioccato per le sue modalità, con il piccolo prelevato a forza da scuola. Il giudice ha stabilito che il piccolo debba essere affidato per un anno a una comunità, una sorta di “tempo neutro” per recuperare una relazione il più possibile sana con i genitori. Soprattutto con il padre visto che il bambino non vuole vederlo. Secondo la sentenza il bambino, data la situazione, oggi soffre della sindrome di alienazione genitoriale (Pas).

Di cosa si tratta? Di un’alterazione che divide psichiatri e legislatori perché non è riconosciuta come psicopatologia dalla maggioranza della comunità scientifica e legale. Sulla base di questa patologia i giudici di Venezia hanno affidato il bambino al padre e, in prima battuta, alla casa famiglia. La Pas identifica la situazione familiare in cui un genitore (alienatore) denigra l’altro (alienato) e il figlio della coppia soffre di questo “lavaggio del cervello”.

Si tratta in sostanza della tipica situazione in cui una coppia separata ricorre ai figli come arma. In Italia la Pas è contemplata nelle linee guida in tema di abusi su minori della Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza come forma di “abuso psicologico”.

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