Bambino morto a Napoli, domestico fermato: “L’ho lasciato cadere, poi sono andato a mangiare una pizza”

Sono parole da brividi quelle pronunciate dal domestico 38enne accusato dell’omicidio del piccolo Samuele Gargiulo, il bambino di neanche 4 anni precipitato dal balcone di casa sua, in via Foria, venerdì scorso a Napoli.

Articolo aggiornato alle ore 17:52.

Bambino caduto dal balcone a Napoli, le parole del domestico indagato

“Ad un tratto l’ho preso in braccio e sono uscito fuori al balcone …. giunto all’esterno con il bambino tra le braccia mi sono sporto e ho lasciato cadere il piccolo. Ho immediatamente udito delle urla provenire dal basso e mi sono spaventato consapevole di essere la causa di quello che stava accadendo…” ha detto l’indagato durante il primo interrogatorio di venerdì sera, dopo la tragedia. “Sono fuggito a casa e – ha poi aggiunto – sono andato a mangiare una pizza nella Sanità”.

Successivamente, ma qualche ora più tardi (poco prima delle 21 di venerdì 17 settembre, ndr), in presenza dell’avvocato d’ufficio, rettifica in parte le sue dichiarazioni introducendo un elemento di novità, quello del ‘capogiro’: “…fuori al balcone, avendo sempre il piccolo in braccio, e appena uscito in prossimità della ringhiera, ho avuto un capogiro. Mi sono affacciato dal balcone mentre avevo il bambino in braccio perché udivo delle voci provenire da sotto a questo punto lasciavo cadere il bambino di sotto”. 

Poi avrebbe fatto ritorno nella sua abitazione dopo la tragedia: “Mi sono steso sul letto – ha aggiunto – e ho iniziato a pensare a quello che era accaduto, dopo sono sceso e sono andato a un bar in via Duomo ed ho preso un cappuccino e un cornetto, poi sono rientrato a casa dove mi avete trovato”.

Gip convalida fermo per pericolo di fuga

Il gip Valentina Gallo, che oggi ha convalidato il fermo nei suoi confronti e disposto il carcere per il 38enne, ha ravvisato il pericolo di fuga: l’uomo infatti, non è stato rintracciato nella sua abitazione ma in un altro appartamento dove i poliziotti sono riusciti a entrare, ma solo dopo un espediente. Inizialmente, infatti, ha simulato di non essere presente. Per capire se fosse in casa o meno, dopo avere bussato reiteratamente alla porta senza riscontro, hanno infilato una bolletta dell’Enel sotto la porta che, qualcuno, dall’interno ha poi prelevato. Così si sono accorti che lì dentro c’era qualcuno.

Gestione cookie