ROMA – Banca Etruria: la Guardia di Finanza sta eseguendo una serie di perquisizioni in una quindicina di società che avevano ricevuto finanziamenti. Il blitz degli uomini delle Fiamme Gialle di Arezzo è scattato nei confronti di società riconducibili all’ex presidente di Banca Etruria, Lorenzo Rosi, e all’ex consigliere Luciano Nataloni.
La perquisizione è finalizzata all’acquisizione di documenti e materiale utile a ricostruire i collegamenti tra le società e la banca. Le società destinatarie delle perquisizioni nell’ambito dell’inchiesta della procura di Arezzo su Banca Etruria operano nei settori più diversi, dalle costruzioni di edifici alla compravendita di beni. Le 14 società sono risultate “assegnatarie di affidamenti deteriorati, ovvero interessate a qualsiasi titolo all’erogazione di essi”.
L’attività degli investigatori è tesa ad accertare i rapporti tra esse e alcuni manager di Banca Etruria. Tutte le informazioni raccolte, rende noto la procura, “saranno comparate con quelle già acquisite, al fine di valutare la sussistenza di condotte omissive tese a celare interessi sottostanti fra i soggetti interessati e le società che hanno ricevuto affidamenti, non restituiti, che hanno generato una sofferenza o una perdita per la banca”. Anche il padre di Matteo Renzi compare negli intrecci societari delle delle società controllate, spiega Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera.
Tra le aziende sottoposte a perquisizione, alcune sono specializzate nella costruzione e la gestione degli outlet, nuova attività di Rosi con la sua «Egnatia Shopping Mall». Uno dei soci di questa azienda è la «Castelnuovese» (visitata giovedì dalla Finanza) mentre il socio di riferimento è la «Nikila Invest», a sua volta titolare di una quota del 40 per cento nella «Party srl»: socio è Tiziano Renzi, padre del presidente del Consiglio, mentre la madre Laura Bovoli è amministratore unico. (Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera).