Banca Marche, investì e perse due milioni: rimborso record da un milione Banca Marche, investì e perse due milioni: rimborso record da un milione

Banca Marche, investì e perse due milioni: rimborso record da un milione

Banca Marche, investì e perse due milioni: rimborso record da un milione
Banca Marche, investì e perse due milioni: rimborso record da un milione (Foto Ansa)

FERMO – Nel 2007 aveva investito due milioni di euro in bond subordinati di Banca Marche fidandosi di chi, dall’interno dell’istituto di credito, lo aveva rassicurato, dicendogli che si trattava di un investimento sicuro. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Ma ha perso tutto. Eppure non si è dato per vinto, ha fatto ricorso al collegio arbitrale dell’Autorità anticorruzione e l’ha vinto.

Così undici anni dopo un imprenditore di Fermo di 56 anni ha ottenuto un rimborso record di un milione di euro, soldi che gli verranno versati dal Fondo interbancario, informa il Corriere Adriatico.

Si tratta davvero di un rimborso record, senza precedenti per la somma. Da fine marzo ad oggi l’Anac ha trattato il 35% delle 1.700 istanze ricevute, ma nessuna ha mai raggiunto questa cifra.

L’imprenditore è riuscito a dimostrare che la profilatura fatta dalla banca per la sottoscrizione dei bond subordinati era sbagliata. Il suo consulente in Banca Marche aveva infatti profilato l’imprenditore come un investitore esperto in materia finanziaria e gli aveva attribuito anche un’alta propensione al rischio. All’imprenditore, che ha la terza media, è stato quindi facile dimostrare il contrario, dal momento che nella Mifid gli venivano attribuite ben altre caratteristiche.

“Mi avevano detto che si trattava di un titolo sicuro e che non avrei corso rischi e io mi sono fidato”, ha raccontato l’uomo al Collegio. Quando l’Anac ha inviato la documentazione alla banca chiedendo se c’erano controdeduzioni, l’istituito non ha opposto nessuna difesa.

L’imprenditore aveva chiesto la restituzione di tutti i due milioni, ma la Camera arbitrale dell’Autorità anticorruzione ha deciso per la metà, ritenendo che l’uomo, essendo titolare di una grande impresa, poteva avere comunque le conoscenze per comprendere la portata e quindi l’effettivo rischio degli investimenti che stava effettuando.

 

 

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