La quarta sezione della Corte d’Appello di Roma ha dunque deciso di non riaprire l’istruttoria nella vicenda che ha visto condannati tre operai, Giuseppe La Rocca, Luigi Schiano e Ciro Imperante e che hanno scontato 27 anni di carcere. I loro legali, gli avvocati Eraldo Stefani, Ferdinando Imposimato e Francesco Stefani, lo scorso giugno avevano portato ai giudici della Corte d’Appello di Roma, dopo due richieste di revisione bocciate nel 1992 e nel 2000, oltre 1.300 pagine con i risultati delle indagini difensive che portano all’individuazione in Corrado Enrico, detto Gino, che all’epoca dei fatti fu tra i sospettati, come l’unico autore dell’atroce delitto.
Nel corso del suo intervento Imposimanto ha ricostruito ”la spaventosa vicenda”. ”Si tratta – ha spiegato l’ex magistrato – di un omicidio premeditato così come e’ stata premeditata la violenza, il sequestro e la distruzione dei corpi nell’incendio. Noi oggi non chiediamo una assoluzione ma vogliamo che vengano valutate le nuove prove, anche alla luce dei nuovi strumenti investigativi, per arrivare alla verita”’.