Fase 2 18 maggio. Barbieri e parrucchieri, shampoo obbligatorio. Quanto costerà? Fase 2 18 maggio. Barbieri e parrucchieri, shampoo obbligatorio. Quanto costerà?

Barbieri e parrucchieri, shampoo obbligatorio. Quanto costerà?

ROMA – Shampoo obbligatorio da barbieri e parrucchieri da lunedì 18 maggio.

Basta shampoo a casa e poi taglio al salone (cosa più frequente tra gli uomini), le regole igienico sanitarie impongono questa novità.

Almeno così saremo sicuri che i capelli siano puliti con i prodotti idonei.

Ma sui marciapiedi e nelle chat serpeggia un dubbio: questo obbligo farà salire il prezzo del taglio o i commercianti verranno incontro ai clienti con convenzioni e pacchetti?

Barbieri e parrucchieri, le linee guida da lunedì 18 maggio

Niente più lettura delle riviste di gossip mentre si aspetta di fare la piega, shampoo obbligatorio, aree d’attesa all’esterno dei saloni, come fossero dehors di un bar.

E ancora, due metri di spazio tra una postazione e l’altra e orario prolungato, con possibilità di aprire anche la domenica e il lunedì, giorno quest’ultimo da sempre consacrato al riposo della categoria.

Dopo quelle per ristoranti, bar e spiagge, l’Inail e l’Iss hanno messo a punto le linee guida per parrucchieri ed estetisti; regole di carattere generale approvate dal Comitato tecnico scientifico che riguardano un settore considerato a rischio “medio-alto” e che coinvolge circa 140mila imprese e 260mila addetti.

Barbieri e parrucchieri: il documento Inail

“Al fine di garantire l’accessibilità ai servizi dopo un lungo periodo di chiusura e in considerazione delle misure da adottare, che verosimilmente ridurranno il numero di trattamenti in contemporanea – si legge nel documento dell’Inail – è opportuno prevedere la possibilità di permettere deroghe ai giorni di chiusura e consentire l’estensione degli orari di apertura dei locali”.

Per razionalizzare gli spazi interni e consentire il distanziamento sociale, sottolineano inoltre gli esperti, bisognerà “favorire la realizzazione di aree di attesa” per i clienti “anche all’esterno dei locali, consentendo ove possibile l’occupazione del suolo pubblico in deroga”.

L’Inail indica poi tutta una serie di “misure organizzative generali”: si va dalla prenotazione obbligatoria (fase in cui vanno “predeterminati i tipi di trattamento richiesti”) alle barriere di separazione tra le varie aree, dalla previsione di una distanza minima di almeno due metri tra le postazioni all’eliminazione di “riviste e ogni altro oggetto che possa essere di utilizzo promiscuo nel locale”.

I trattamenti “di taglio e acconciatura devono necessariamente essere preceduti dal lavaggio dei capelli”. Dovrà inoltre essere presa la temperatura ai clienti, consegnata loro una “borsa/sacchetto individuale monouso per raccogliere gli effetti personale”, privilegiare i pagamenti con bancomat e sistemi contactless.

Sia per i clienti che per i dipendenti è ovviamente previsto l’obbligo di mascherina (per i lavoratori anche di guanti in nitrile e schermi facciali) e vanno utilizzati grembiuli e asciugamani monouso, così come bisogna sanificare le postazioni e gli strumenti dopo ogni trattamento e predisporre dei dispenser con soluzioni igienizzanti.

Gli esperti entrano anche nei rapporti sociali tra cliente e titolare o dipendente del negozio. E’ necessario, scrivono infatti, “privilegiare la conversazione con il cliente tramite lo specchio e svolgere le procedure rimanendo alle spalle del cliente in tutti i casi possibili”.

Le regole per gli estetisti

Un capitolo del documento tecnico è dedicato agli estetisti, settore dove già sono in uso “misure di prevenzione del rischio da agenti biologici”. Ma questo non basta: per i trattamenti del viso che richiedono l’uso di vapore, spiegano gli esperti, si dovranno prevedere operazioni alternative e in ogni caso potranno esser fatti solo in locali separati.

Dovranno inoltre rimanere chiuse saune, bagno turco e vasche idromassaggio e vanno pulite e disinfettate tutte le superfici della cabina estetica ad ogni cambio di cliente. Per i lavoratori è previsto l’uso delle mascherine Ffp2 e ffp3 e non di quelle chirurgiche, oltre alle maschere protettive o visiere. (Fonte Ansa)

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