Lampedusa, affonda un altro barcone. Renzi: “Ue salva banche e fa morire bimbi”

Barcone naufraga tra la Libia e Lampedusa: a bordo 400 migranti
(Foto d’archivio Lapresse)

LAMPEDUSA – Lampedusa teme un nuovo 3 ottobre: la mattina di lunedì 12 maggio un barcone con a bordo circa 400 migranti è naufragato nel Canale di Sicilia, tra la costa libica e quella della piccola isola siciliana. Subito dopo la segnalazione i soccorsi hanno iniziato a ripescare cadaveri in mare, come quel maledetto 3 ottobre, quando, alla fine della triste conta, i morti accertati furono 366, 20 i dispersi. I cadaveri recuperati oggi sono già 14, ma si teme un bilancio molto più tragico, con almeno 40 morti.

Il naufragio di questo 12 maggio si inserisce in una serie quasi ininterrotta di drammi della disperazione, come vengono chiamati ormai quasi senza più senso quelli che davvero, spesso, sono drammi umani di gente in fuga da miserie e guerre.

Nemmeno 24 ore prima, domenica 11 maggio, un’altra imbarcazione era naufragata al largo delle coste libiche provocando la morte di almeno 40 migranti che tentavano di attraversare il Canale di Sicilia.

La situazione in Sicilia, ora che è arrivato il bel tempo e gli sbarchi sono ripresi a pieno ritmo, è più che mai di emergenza: in mattinata sono arrivati altri 61 minori somali a Porto Empedocle, soccorsi da una nave della Marina militare, mentre domenica oltre 400 persone sono arrivate a Trapani, dove le strutture di accoglienza sono al collasso da tempo.

Da Bruxelles risponde il commissario per gli affari interni Cecilia Malmstrom, che  “scioccata” dalla “nuova tragedia” ha subito chiesto una discussione formale nel prossimo Consiglio Affari Interni. Per il commissario, “se ogni Stato membro si occupasse di ricollocare qualche migliaio di persone, farebbe un’enorme differenza”.

Ma il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha incalzato: “L’Europa non ci sta aiutando. Ci sono stati molti morti vicino alla Libia, le nostre navi sono lì a recuperare morti e a soccorrere i vivi: l’Europa non ci sta aiutando. Si faccia carico di accogliere i vivi”. Altrettanto dure le parole del premier Matteo Renzi intervenuto alla trasmissione Quinta Colonna su Retequattro: “Ha ragione Alfano, l’Europa non può salvare gli stati, le banche e poi lasciare morire le madri con i bambini”.

All’Europa si rivolge anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando, parlando di un “deficit di cooperazione”, e quello degli Esteri Federica Mogherini definendo “inaccettabili” le stragi di innocenti. “Sicuramente” ci sono state mancanze dell’Ue, afferma il titolare della Farnesina, “noi sappiamo che dobbiamo continuare a salvare vite, Mare Nostrum serve a questo oltre che a contrastare il traffico di essere umani, ma è come svuotare il mare con un cucchiaino”. Ecco perché la gestione del problema “è una responsabilità che dobbiamo portare avanti insieme a tutti gli altri paesi europei perché non sono frontiere italiane, sono frontiere europee”.

Anche il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz invita gli altri paesi a “non lasciare sola l’Italia: l’Europa deve urgentemente prendersi le sue responsabilità per porre fine a questa catastrofe. Non possiamo continuare a girarci dall’altro lato. Dobbiamo condividere in modo più giusto le responsabilità tra i 28 Paesi, accettando una semplice verità: l’Europa è un continente di immigrazione, ma non abbiamo ancora una politica comune di gestione dei flussi”.

Quel che chiede, da tempo, il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, che nella sua isola ha accolto una task force di avvocati per la tutela dei diritti dei migranti. “Il diritto di asilo va chiesto a terra e non rischiando la vita. Non possiamo continuare così. L’unica cosa da fare sono i canali umanitari”.

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