TORINO – Diventa un caso diplomatico il blitz dei gendarmi francesi in un centro di migranti a Bardonecchia, in Piemonte.
Tutte le notizie di Blitzquotidiano in questa App per Android. Scaricatela
Attaccano l’Ong Rainbow4Africa, che ha denunciato quanto avvenuto (‘Grave ingerenza’), FdI (‘Non siamo la toilette di Macron’), il sindaco (‘Non si permettano più’), Enrico Letta (‘ennesimo errore sulla questione migranti’). Interviene la Farnesina: “Abbiamo chiesto spiegazioni al governo francese e all’ Ambasciata di Francia a Roma, attendiamo a breve risposte chiare, prima di intraprendere qualsiasi eventuale azione”.
Il Direttore Generale per l’Ue, Giuseppe Buccino Grimaldi, ha rappresentato all’ambasciatore francese la ferma protesta del governo italiano per la condotta degli agenti doganali francesi, ritenuta inaccettabile, e ha manifestato, al contempo, disappunto per l’assenza di risposte alle nostre richieste di spiegazioni”. Lo rende noto la Farnesina. Si tratta di un “grave atto, considerato del tutto al di fuori della cornice della collaborazione tra Stati frontalieri” e che “mette in discussione” il suo funzionamento.
“A seguito di quanto accaduto a Bardonecchia nella serata di venerdì 30 marzo, il Ministero degli affari esteri ha immediatamente chiesto spiegazioni alle autorità francesi, sia tramite l’ambasciata di Francia a Roma, sia tramite la nostra ambasciata a Parigi”, si legge in una nota della Farnesina. “Non avendo ricevuto alcuna giustificazione per il grave atto (considerato del tutto al di fuori della cornice della collaborazione tra Stati frontalieri), si è deciso di convocare oggi pomeriggio, alla Farnesina, l’ambasciatore di Francia in Italia, Christian Masset. In tale occasione, il Direttore Generale per l’Unione Europea, Giuseppe Buccino Grimaldi, ha rappresentato all’ambasciatore la ferma protesta del Governo italiano per la condotta degli agenti doganali francesi, ritenuta inaccettabile e ha manifestato, al contempo, disappunto per l’assenza di risposte alle nostre richieste di spiegazioni”, prosegue la nota.
“Il Direttore Generale Buccino ha altresì mostrato all’ambasciatore Masset lo scambio di comunicazioni intervenuto nel corrente mese tra Ferrovie dello Stato italiane e Dogane francesi, da cui emerge chiaramente come queste ultime fossero al corrente che i locali della stazione di Bardonecchia, precedentemente accessibili ai loro agenti, non lo siano più, essendo adesso occupati da una organizzazione non governativa a scopo umanitario. Peraltro, proprio per discutere insieme della questione, i due Paesi avevano deciso di incontrarsi presso la Prefettura di Torino il prossimo 16 aprile a livello tecnico”. “Quanto avvenuto – conclude la Farnesina – mette oggettivamente in discussione, con conseguenti e immediati effetti operativi, il concreto funzionamento della sinora eccellente collaborazione frontaliera”.
Il Viminale sta valutando l’opportunità di sospendere le ‘incursioni’ all’interno di tutto il territorio italiano da parte del personale delle forze di polizia e dei doganieri francesi. Lo si apprende da qualificate fonti del Viminale dove si giudica la risposta arrivata dal ministro francese dei conti pubblici sul caso Bardonecchia “non soddisfacente e inesatta”.
Secondo quanto si apprende il Viminale critica non tanto l’attività di polizia, prevista da accordi internazionali, ma le modalità con cui i doganieri armati hanno fatto incursione in una sala affidata ad un privato che si occupa di accoglienza dei migranti in territorio italiano. La segnalazione del blitz degli agenti francesi armati, secondo quanto accertato, ieri sera è arrivata al posto di polizia di Bardonecchia dallo stesso sindaco, Francesco Avato, allertato da un volontario della Ong, attorno alle 19.30. Arrivati alla stazione i poliziotti però non avrebbero trovato i colleghi francesi. Hanno così chiamato i Servizi doganali di Chambery e il direttore dell’ufficio ha spiegato che l’intervento era stato fatto nell’ambito di un controllo antidroga. Personale francese impegnato in un controllo sul treno alta velocità Parigi Milano e salito alla stazione di Modane aveva fermato l’immigrato e lo aveva fatto scendere alla stazione di Bardonecchia. L’immigrato, risultato estraneo e in regola con i documenti, hanno precisato le autorità francesi, è stato poi rilasciato.
Ma Parigi rivendica la legittimità dell’intervento in Italia. Il ministro francese dei conti pubblici, Gérald Darmanin, cui fanno capo i doganieri, in un comunicato, afferma: “Al fine di evitare qualsiasi incidente in futuro, le autorità francesi sono a disposizione di quelle italiane per chiarire il quadro giuridico e operativo nel quale i doganieri francesi possono intervenire sul territorio italiano in virtù di un accordo (sugli uffici di controlli transfrontalieri) del 1990 in condizioni di rispetto della legge e delle persone”
Scende in campo anche il leader della Lega, Matteo Salvini, secondo il quale i diplomatici francesi devono essere cacciati. Di Maio invece applaude la Farnesina per la convocazione dell’ambasciatore.
Come sono andati i fatti – Sono piombati armati nella sala della stazione di Bardonecchia, al confine tra Italia e Francia, dove opera Rainbow4Africa. E, di fronte allo stupore di medici e volontari, hanno costretto un migrante a sottoporsi al test delle urine. E’ un vero e proprio sconfinamento quello compiuto la scorsa sera da cinque agenti delle dogane francesi. A denunciarlo l’associazione che assiste i profughi che sempre più numerosi scelgono le Alpi per tentare di oltrepassare la frontiera.
Una “grave ingerenza nell’operato delle Ong e delle istituzioni italiane”, si legge in una nota diffusa a tarda sera, con cui Rainbow4Africa ricorda che “un presidio sanitario è un luogo neutro, rispettato anche nei luoghi di guerra”. Da alcuni mesi Bardonecchia, località sciistica della Valle di Susa, si trova al centro della rotta dei migranti che, abbandonata la via di Ventimiglia, tentano di raggiungere la Francia nonostante la neve e il gelo. E nonostante la rigidità delle autorità francesi.
E’ dei giorni scorsi la notizia della guida alpina francese indagata per avere aiutato una migrante incinta. A denunciare l’episodio sempre Rainbow4Africa, la stessa associazione che nelle scorse settimane ha assistito un’altra donna incinta e malata, respinta al confine, morta dopo un parto miracolo all’ospedale Sant’Anna di Torino.
Dallo scorso dicembre sono un migliaio i profughi, per lo più nordafricani, che hanno trovato assistenza nelle stanze della stazione di Bardonecchia dove è avvenuta l’irruzione. Gli agenti della dogana francese accompagnavano un migrante, come altre volte in passato. Solo che anziché scaricarlo davanti alla stazione, sono entrati nei locali della Ong, costringendo il profugo al test delle urine e intimidendo un medico, i mediatori culturali e i volontari dell’Asgi, l’associazione per gli Studi giuridici sull’immigrazione. Ad allontanare gli agenti transalpini ci ha pensato il personale del Commissariato, avvisato dalla stessa Ong di quanto stava accadendo. L’episodio rischia ora di diventare un caso diplomatico. Rainbow4Africa ricorda infatti di agire “secondo principi inviolabili di indipendenza, neutralità, imparzialità e umanità.
L’azione degli agenti della Dogana Francese viola tali principi”, insiste l’associazione, secondo cui “il comportamento adottato nei confronti dell’ospite nigeriano appare irrispettoso dei diritti umani”. “Riteniamo questi atti delle ignobili provocazioni – commenta Paolo Narcisi, medico e presidente di Rainbow4Africa – Abbiamo fiducia nell’operato delle istituzioni e della giustizia italiana, che sono state investite della responsabilità di attuare i passi necessari verso la Francia. Il nostro unico interesse rimane assicurare il rispetto dei diritti umani dei migranti”. “Ritengo che quanto accaduto sia una gravissima violazione non solo di quel sistema dei diritti umani che dovrebbe contraddistinguere l’Europa, ma anche una violazione dei principi basilari della dignità umana, intollerabile nei confronti di persone venute per richiedere protezione – aggiunge l’avvocato Lorenzo Trucco, presidente di Asgi -.Si valuterà pertanto ogni possibile azione per contrastare simili comportamenti”.
Scoppia la polemica: “Il comportamento degli agenti francesi a Bardonecchia è stato gravissimo. L’Italia chiami Macron e gli ricordi che qui nessun agente straniero può venire a far valere la propria autorità. Siamo un Paese sovrano non una provincia della Francia. I campioni delle urine li prendano nei bagni francesi o ne segnalino la necessità alle nostre Forze dell’Ordine”, afferma Augusta Montaruli, deputata di Fdi. “Già scaricano sul nostro Paese tutto il peso dell’immigrazione e dell’emergenza profughi ora non vengano a far valere i loro distintivi a casa nostra – aggiunge la parlamentare -. Si tratta di una mancanza di rispetto inaudita verso l’Italia ed un precedente inammissibile. Siamo contrari a questa gestione del problema profughi da parte di un’Europa lavativa e sappiamo peraltro che dietro le richieste di asilo troppe volte c’è il tentativo di eludere la normativa sull’immigrazione clandestina ma dopo il danno di essere lasciati soli non assisteremo pure alla beffa di essere usati come la loro toilette”.
All’attacco anche il sindaco di Bardonecchia, Francesco Avato: “Non avevano alcun diritto di introdursi lì dentro. Non si permettano mai più”. “Quella è una stanza gestita dal Comune con dei mediatori – aggiunge il sindaco – i volontari di Raimbow4Africa, come altre realtà, collaborano con il progetto. L’accesso alla sala è possibile solo agli operatori autorizzati. E’ uno spazio calmo, neutro, dove si incontrano i migranti, si parla con loro, si spiegano i rischi del viaggio che hanno deciso di intraprendere e si cerca di convincerli a rimanere in Italia, dove possono trovare accoglienza”.