Bari, pm: Di Cagno e Sisto sapevano di legami tra Labellarte e malavita

I due avvocati sono stati interdetti dall’attività professionale per aver impiegato danaro, beni o utilità di provenienza illecita; assieme a loro è indagato per gli stessi reati un altro civilista, Giacomo Porcelli, 51 anni.

finanzaSecondo la Procura antimafia di Bari, gli avvocati Gianni Di Cagno e Onofrio Sisto sapevano dei contatti tra Michele Labellarte e alcuni esponenti della mala barese.

I due avvocati sono stati interdetti dall’attività professionale per aver impiegato danaro, beni o utilità di provenienza illecita. Assieme a loro è indagato per gli stessi reati un altro civilista, Giacomo Porcelli, 51 anni.

I tre legali, in base a quanto emerge dagli atti, erano incaricati dalla Uniedil (riconducibile a Michele Labellarte, presunto riciclatore dei proventi illeciti della mala) di curare la realizzazione del Centro universitario integrato a Valenzano (Bari), capace di offrire 3.500 posti letto agli studenti.

Secondo l’accusa, i tre erano sia consapevoli della bancarotta fraudolenta della società New Memotech srl e della frode fiscale della società Let’s Start, per le quali Labellarte era stato condannato con sentenza definitiva, sia che su Francesco Labellarte (figlio di Michele) erano in corso indagini per riciclaggio.

Nonostante ciò avrebbero omesso di fare alla Uif la segnalazione per operazioni sospette, pur nella evidenza di indici di anomalia indicati nel decalogo della Banca d’Italia.

Inoltre, secondo i pm, hanno rimosso eventuali ostacoli alla realizzazione del progetto soprattutto «intervenendo in maniera risoluta ogni qual volta condotte imprudenti e autonome del Labellarte potessero disvelare la reale titolarità della Uniedil e le finalità dell’operazione».

Porcelli si è interessato per avere finanziamenti bancari, di individuare possibili finanziatori del progetto di edilizia universitaria, di reperire progettisti che avessero agganci con la Regione Puglia «avendo l’accortezza di evitare – è scritto negli atti – che in detti incontri comparisse la persona di Michele Labellarte, nonchè che questi firmasse in proprio assegni relativi alle parcelle dei professionisti atteso che il soggetto formalmente interessato al progetto risultava la società Uniedil srl».

Sisto è anche accusato di peculato per aver utilizzato il telefonino che aveva quand’era vice presidente della Provincia di Bari per effettuare conversazioni private con il suo assistito Michele Labellarte.

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