Bari. Minacce e sequestro di ambulante marocchino, condannati due poliziotti

Pubblicato il 25 Giugno 2010 - 16:49 OLTRE 6 MESI FA

I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Bari hanno condannato il viceispettore di Polizia in servizio a Bari, Francesco Tiani, di 46 anni, originario di Lequile (Lecce), e il sovrintendente della questura Marcello Castaldi, di 59 anni di Copertino (Lecce), l’uno a 3 anni e 8 mesi e l’altro 2 anni e 8 mesi di reclusione per il reato di concussione.

Tiani è stato condannato anche per sequestro di persona. Le condanne arrivano a 10 anni dagli arresti domiciliari ai quali fu sottoposto Tiani e a otto anni dall’inizio del processo di primo grado. I due sono stati assolti dalle accuse di detenzione di sostanze stupefacenti, peculato, falso materiale in atti pubblici, falsità ideologica e calunnia. Tiani, segretario provinciale del Sindacato italiano appartenenti polizia (Siap) e componente del direttivo nazionale, il 22 gennaio scorso, è stato condannato a nove mesi di reclusione per favoreggiamento e violazione del segreto d’ufficio nell’ambito di un processo a una cellula barese di Forza Nuova.

Le indagini avviate nel ’99, portarono il 9 maggio 2000 all’arresto di Tiani, che rimase per circa due mesi ai domiciliari prima di essere rimesso in libertà. I fatti contestati risalgono al 31 ottobre ’99 quando Tiani, insieme con suoi colleghi, compì una perquisizione a scopo investigativo nell’abitazione di Bari di un cittadino marocchino.

Dopo il controllo l’extracomunitario denunciò la sottrazione di un milione di lire in contanti che aveva nascosto in un armadio, imputandola alla perquisizione svolta poco prima. Appresa la notizia della denuncia, i poliziotti – secondo l’ accusa – fecero a loro volta una querela per calunnia nei confronti del marocchino. Pochi giorni dopo, secondo la ricostruzione dei pm inquirenti, Roberto Rossi e Renato Nitti, il viceispettore Tiani, con altri colleghi, compi’ un controllo sotto i portici di via Capruzzi, a Bari, dove il fratello del marocchino che aveva presentato denuncia vende cd musicali contraffatti. Qui, secondo la ricostruzione accusatoria, i poliziotti sequestrarono al giovane 400/500 cd (sul verbale di sequestro ne sarebbero stati indicati almeno 150 in meno) e portarono l’ambulante in questura per controlli.

In questura, secondo i pm, l’extracomunitario fu minacciato di arresto da Tiani qualora si fosse rifiutato di far ritirare la denuncia presentata dal fratello: per costringerlo a cio’ Tiani avrebbe riversato su una scrivania alcune dosi di marijuana affermando che avrebbe denunciato di averle trovate addosso all’ extracomunitario. Al giovane sarebbe stato anche consigliato di autoaccusarsi della sparizione del danaro.

Alla minaccia, secondo le indagini, avrebbe assistito il sovrintendente Marcello Cataldi. Due ore dopo la minaccia di arresto, il marocchino si autoaccuso’ della sottrazione del danaro, scagionando gli agenti. Nelle dichiarazioni rese da alcuni poliziotti, chiamati a testimoniare dall’accusa, si faceva anche riferimento ad un episodio in cui Tiani avrebbe utilizzato una valigetta di dollari falsi per incastrare i venditori marocchini.