Bari, Patrizia D’Addario sarà processata il 25 marzo per minacce ad agenti di polizia

L’escort barese Patrizia D’Addario dal 25 febbraio sarà processata dinanzi al giudice monocratico del tribunale di Bari.

D‘Addario dovrà rispondere di violenza o minaccia a pubblici ufficiali, calunnia e di rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identità personale. I fatti risalgono al 28 febbraio 2007 e al successivo 17 marzo: il reato di violenza o minacce a pubblici ufficiali fa riferimento al fatto che la donna tentò di fare in modo che due agenti di polizia evitassero la rimozione forzata della sua Lancia Y parcheggiata in sosta vietata nella centralissima via Sparano; per evitare di essere identificata dai due agenti, la escort – secondo l’accusa – disse loro «adesso vi faccio vedere come mi sento male e vediamo poi cosa fate, lasciatemi andare via è meglio per voi»; ed ancora, «chiamo i giornalisti e ve la faccio pagare cara, b…». Dopo la presunta aggressione subita, i poliziotti chiamarono un’ambulanza, ma D’Addario rifiutò le cure del medico del 118 che arrivò sul posto.

Successivamente, il 17 marzo, D’Addario, a seguito dei fatti del 28 febbraio, fu convocata nel commissariato di polizia del rione Carrassi per eleggere il proprio domicilio e nominare il difensore di fiducia. Mentre era negli uffici di polizia avvertì un malore e fu condotta al pronto soccorso in ambulanza dove i medici la giudicarono guaribile in tre giorni. In ospedale la donna denunciò di essere stata “trattenuta fisicamente in una stanza del posto di polizia – rione Carrassi – contro la sua volontà da persona sconosciuta e non in divisa”.

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