Bari. Spara a moglie e figli e si annega in piscina

SANNICANDRO DI BARI (BARI) – Tragedia familiare in una villa alla periferia di Sannicandro di Bari: tre persone, madre, padre e figlia sono morte e il figlio è in condizioni disperate, dopo che il capofamiglia ha sparato agli altri tre e poi si è suicidato.

Protagonista della tragedia è la famiglia del vicesindaco di Sannicandro, 10.000 anime a una ventina di chilometri da Bari: Maria Chimienti, 55 anni, era stata eletta il 26 giugno 2012 con una lista civica e poi nominata vicesindaco e assessore alla Pubblica Istruzione.

Unico superstite, Claudio, 24 anni, figlio della coppia che, benché ferito alla testa, è sopravvissuto ed è ora ricoverato in gravissime condizioni presso il Policlinico di Bari. Gli ultimi dispacci di agenzia però lo danno in coma irreversibile.

Claudio era iscritto alla facoltà di Farmacia della Università di Bari e quindi avrebbe voluto lavorare nella farmacia di famiglia, di cui erano proprietari la madre e il nonno, Raffaele Chimienti, morto qualche anno fa. Nella farmacia, in via Maselli Campagna, nel centro di Acquaviva delle Fonti (Bari), lavorava il padre di Claudio, Michele Piccolo, farmacista, autore della strage.

Il dramma si è consumato nelle prime ore della notte in una villetta alla periferia di Sannicandro di Bari. Madre, figlia e figlio sono stati colpiti con proiettili di pistola alla testa, il padre è stato trovato annegato nella piscina della villetta. Secondo l’ipotesi fatta dai carabinieri sulla base degli accertamenti compiuti sinora, il capofamiglia ha sparato a moglie e figlia, e successivamente al figlio al suo rientro a casa, per poi annegarsi in piscina.

Michele Piccolo, 55 anni, farmacista nella vicina Acquaviva delle Fonti, era stato a sua volta consigliere e assessore nella passata amministrazione comunale (dal 2007 al 2012). L’uomo, forse in preda a un raptus, ha sterminato la sua famiglia a colpi di pistola e poi si è tolto la vita dopo aver assunto sedativi e farmaci da lui stesso preparati in farmacia.

A dare l’allarme sono stati gli amici di Claudio Piccolo, l’unico superstite: la sua fidanzata si era insospettita dopo aver chiamato numerose volte, sia al cellulare che al telefono di casa, senza che nessuno rispondesse. La ragazza, insieme ad alcuni amici si è recata presso alla villa, e dopo aver scavalcato la recinzione ha visto dalla finestra la tragica scena. Immediata la chiamata ai carabinieri. Per tutta la notte gli investigatori hanno accuratamente esaminato la scena del crimine, e gli accertamenti sono ripresi sabato mattina soprattutto per trovare l’arma, una pistola automatica regolarmente detenuta dal farmacista.

Pur non escludendo ancora altre ipotesi, quella più accreditata dagli inquirenti è quella di un improvviso raptus di follia del capofamiglia. Dalla ricostruzione degli investigatori tutto farebbe pensare a una tragedia familiare ma è ancora giallo perché ci sono una serie di aspetti poco chiari. Al di là del movente, per tutti inspiegabile, non si trova l’arma del delitto. Gli investigatori l’hanno cercata ovunque, hanno svuotato anche la fossa biologica ma della pistola regolarmente detenuta da Michele Piccolo, una calibro 3.80 che si presume abbia sparato, nessuna traccia.

Inoltre secondo il fratello della donna uccisa, Donato Chimenti, sarebbero scomparsi mille euro che suo nipote Claudio aveva preso dalla cassa della farmacia venerdì sera prima di rientrare a casa, dove anche lui è stato raggiunto da un colpo di pistola. Infine, sempre secondo il racconto del fratello della vittima, al suo arrivo alla villa dove è avvenuta la strage la corrente elettrica era staccata. “Abbiamo usato la luce dei telefonini per poterci muovere e riattivare il quadro elettrico” ha detto, precisando che il nipote rientrando a casa venerdì sera ha usato il telecomando per aprire il cancello della villa e quindi c’era ancora la corrente.

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