Barletta: interrogato Cosimo Giannini, proprietario del cantiere dove crollò la palazzina

BARLETTA – Ha declinato ogni responsabilita' il proprietario del cantiere all'interno del quale erano in corso lavori di demolizione nei giorni precedenti al crollo della palazzina di via Roma a Barletta, cantiere adiacente allo stabile crollato il 3 ottobre scorso. Sotto le macerie morirono cinque persone: quattro operaie di un laboratorio tessile che era al piano terra della palazzina crollata e la figlia 14enne dei proprietari dell'opificio.

Il proprietario del cantiere, Cosimo Giannini, difeso dall'avvocato Carmine Dipaola, e' una delle quattro persone arrestate (ai domiciliari) nell'ambito dell'inchiesta sul crollo dell'edificio. Gli altri tre sono: Salvatore Chiarulli, proprietario dell'impresa esecutrice dei lavori, e i suoi dipendenti Andrea e Giovanni Chiarulli. Nei confronti dei quattro sono ipotizzati i reati di omicidio e disastro colposi plurimi.

Giannini ha detto al gip e al pm inquirente, Giuseppe Maralfa, che della demolizione non sapeva nulla e, soprattutto, che non l'aveva ne' chiesta ne' ordinata in quanto non aveva urgenza di cominciare lavori, anche perche' era al corrente del fatto che la Dia, documento che autorizzava quel tipo di intervento, era scaduta. Giannini rifetio anche di avere contestato ai fratelli Chiarulli, titolari della ditta esecutrice dei lavori, quell'intervento demolitorio.

Giannini ha inoltre detto che il 30 settembre la demolizione era conclusa. Sollecitato dai proprietari dell'immobile poi crollato, Giannini oltre che nella giornata di venerdi' 30 settembre, quando c'era stato il sopralluogo dei tecnici del comune che avevano rassicurato tutti sulla sicurezza dei luoghi, il 3 ottobre era tornato in quella palazzina dalla quale, ha raccontato, e' riuscito a tirarsi fuori proprio mentre si e' verificato il crollo. Giannini e' stato il primo ad essere interrogato. Tocca ancora a Salvatore Chiarulli, responsabile dell'omonima ditta esecutrice dei lavori e ai suoi dipendenti Andrea e Giovanni Chiarulli, e al direttore dei lavori Paparella, per il quale e' stata disposta la misura interdittiva.

Ieri, invece, il gip, ha interrogato il dirigente dell'ufficio tecnico comunale, Francesco Gianferrini, il funzionario Rosario Palmitessa, e gli altri tecnici, Roberto Mariano e Giovanni Andriolo, coinvolti nella vicenda in quanto accusati di avere avuto condotte omissive. Il giorno del crollo, chiamati prima che si verificasse, a intervenire perche' secondo i proprietari le crepe e le fessurazioni nello stabile erano peggiorate, ciascuno per motivi differenti, si erano rifiutati di farlo. Sulla eventuale interdizione dalla loro professione il gip decidera' nei prossimi giorni.

Gestione cookie