Chi è Bartolomeo Gagliano: killer di S.Valentino, la sua firma un colpo in bocca

Bartolomeo Gagliano
Bartolomeo Gagliano

GENOVA – La sua firma: un colpo di pistola in bocca. Il suo soprannome: “il killer di San Valentino“. Bartolomeo Gagliano, serial killer evaso e ricercato in tutta Italia, ha una carriera criminale lunga 32 anni. Omicidi, rapine, tentati omicidi, svariate evasioni. Il Corriere della Sera ricostruisce gli ultimi 32 anni di Gagliano, sin dal suo primo omicidio: quello della prostituta Paolina Fedi.

Il primo delitto risale al 1981 quando, in un autogrill dell’autostrada Savona-Genova, uccise la prostituta genovese Paolina Fedi, 29 anni, con la quale aveva una relazione. Le sfondò il cranio con una pietra e la abbandonò al bordo dell’autostrada. Arrestato, confessò. La condanna: otto anni nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino, in provincia di Firenze. Evase nel 1988, dopo un permesso.

Durante la latitanza, a Genova, nel febbraio del 1989 , uccise a colpi di pistola una transessuale e ferì una prostituta. Per questi delitti – portati a termine insieme al genovese Francesco Sedda, conosciuto dietro le sbarre – nel capoluogo ligure Gagliano era noto come «il killer di San Valentino». La sua «firma» sugli omicidi, ricordano gli inquirenti, era inconfondibile: un colpo di pistola alla bocca.

Nel 1990 un’altra evasione dal manicomio giudiziario di Reggio Emilia, durante un altro permesso. Quella volta, il giudice che lo doveva interrogare per i fatti dell’anno prima si stupì: «Non capisco il perché del permesso premio – disse Dino Di Mattei – Era giudicato totalmente infermo di mente e molto pericoloso». Gagliano non lo smentì: sparò in faccia alla sua compagna. Che riuscì a sopravvivere. Poi si costituì. Per evadere ancora nel ‘91 e nel ‘94, quando fu accusato del ferimento di un metronotte a Pietra Ligure, in provincia di Savona.

Agli inizi della primavera del 2005 è la volta delle rapine. Quattro, ai danni di supermercati e sportelli postali. L’ultima risale al 9 maggio 2005. L’obiettivo: le Poste di Savona. Un colpo da 3.000 euro. Gagliano venne arrestato e condannato a 3 anni e 6 mesi di carcere. Ne uscì nel 2006, grazie all’indulto. Ma la libertà durò appena una settimana. Tornò dietro le sbarre con l’accusa di estorsione: insieme a un complice aveva estorto 2mila euro a un imprenditore della zona di Borgio Verezzi, nel ponente savonese, con la scusa di proteggerlo e per «evitare guai». Era stato giudicato totalmente infermo di mente.

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