Un marchio per proteggere il basilico, quello vero, quello genovese, quello usato per fare il tanto celebrato pesto. E’ questa la contromisura adottata dal Consorzio di Tutela del Basilico Genovese Dop per salvaguardare la pianta aromatica dalle imitazioni. Un prodotto unico, tanto che a riconoscerlo è la Comunità Europea, ma minacciato da sistemi che permettono una crescita più rapida a scapito del sapore e da coltivazioni tunisine, israeliane e spagnole, di qualità più bassa, che vengono spacciate per liguri.
Foglie medio-piccole, con forma ovale e convessa, e dal colore verde tenue; profumo delicato e privo di quella fragranza di menta tipico di altre varietà: il vero basilico genovese viene coltivato in tutta la Liguria e soprattutto, fin dai Romani, a Genova, nel quartiere di Prà.
“Dobbiamo essere invece capaci di unire le nostre forze, di lavorare insieme – produttori, ristoratori e operatori gastronomici di qualità – in modo da garantire ai consumatori un prodotto tradizionale certificato, che rappresenta un punto di forza della produzione agroalimentare ligure e che, con la tutela della donominazione di origine protetta dimostra di essere un prodotto inimitabile” ha dichiarato Mario Anfossi, presidente del Consorzio di Tutela del Basilico Genovese Dop.
Così, per proteggere l’originale, il consorzio ha presentato il proprio marchio, proponendo a ristoratori e operatori gastronomici un semplice “patto di filiera” per premiare chi, impegnandosi ad utilizzare solo prodotto certificato in cambio dei materiali promozionali che lo valorizzano agli occhi dei clienti, decide di puntare sulla qualità, sulla trasparenza e sull’italianità.
Sei foglioline di basilico, la Liguria stilizzata, la scritta “Basilico genovese dop”, il marchio potrà essere esposto sulla porta del proprio ristorante, direttamente sul menù o stampata sulle confezioni di condimento a garanzia della provenienza e delle tecniche di produzione della pianta utilizzata, promuovendo la sua immagine e quella di Genova.
Sono 46 le aziende che aderiscono al Consorzio di Tutela del Basilico Genovese Dop. Nel 2009 la produzione ha vantato cifre come 20.500 quintali per il mercato della trasformazione e 42 milioni di piantine per quello del fresco, raccolte una ad una e cresciute in terrazzamenti o in serra col metodo delle assi di legno.
*Scuola di Giornalismo Luiss