Beau Solomon morto a Roma: a spingerlo nel Tevere non è stato Massimo Galioto

Beau Solomon morto a Roma: a spingerlo nel Tevere non è stato Massimo Galioto
Beau Solomon morto a Roma: a spingerlo nel Tevere non è stato Massimo Galioto

ROMA – Non sarebbe stato il clochard Massimo Galioto a spingere nel fiume Tevere Beau Solomon, lo studente americano di 19 anni morto annegato lo scorso luglio. Un colpo di scena arriva dagli esperti che hanno visionato il filmato della lite tra il clochard e il giovane studente, arrivato a Roma per frequentare la John Cabot University. Per gli esperti tra i due c’è stata una rissa, ma gli investigatori ora vogliono capire se vi abbiano preso parte anche gli amici di Galioto, detenuto dal 6 luglio nel carcere di Regina Coeli, e se ci siano altre persone responsabili della morte di Solomon.

Michela Allegri su Il Messaggero scrive che la dinamica sembrava già accertata lo scorso luglio. Solomon accusa Galioto di averlo derubato, lo studente e il clochard punkabbestia discutono e ne nasce una lite. Calci, una pietra lanciata e poi la spinta e Solomon che cade nel Tevere dalla banchina di Ponte Garibaldi e muore annegato. Il suo corpo verrà poi recuperato dai sommozzatori e Galioto portato in cella, dopo che la fidanzata Alessia Pennacchioli lo accusa di aver spinto nel fiume lo studente:

“I fatti risalgono alla notte tra il 1° e il 2 luglio. Alle 2.40 cinque testimoni chiamano la polizia: hanno sentito un uomo che gridava «Ti ammazzo» e hanno visto un ragazzo cadere nel fiume. Raccontano che la vittima era circondata da tre persone che, dopo la lite, sono andate a dormire in alcune tende sotto ponte Garibaldi. Gli agenti raggiungono la banchina e trovano l’accampamento dove Galioto vive con la compagna e alcuni amici. Il clochard racconta di essersi affacciato dalla tenda dopo aver sentito il lamento dei cani e di aver visto due uomini, scuri di carnagione, allontanarsi. La Pennacchioli dà la stessa versione. La Procura acquisisce le immagini delle telecamere di videosorveglianza”.

Ora il video viene passato alla lente di ingrandimento dai periti, ma i fotogrammi sono sgranati e si distingue solo Solomon che scende da ponte Sisto con due persone, che poi lo lasciano solo, e viene circondato da tre punkabbestia, scrive la Allegri:

“Il ragazzo viene quindi circondato dai punkabbestia e discute con un uomo che lo spinge, raccoglie una cosa da terra e la lancia verso di lui. Beau viene anche avvicinato da un cane, perde l’equilibro e cade. Il 4 luglio i sommozzatori trovano il cadavere del 19enne. Galioto non cambia versione, ma la Pennacchioli lo smentisce. Racconta di aver visto il fidanzato e Beau, che il giovane diceva di essere stato derubato. Aggiunge anche che, all’arrivo della polizia, il compagno le aveva detto di «concordare una versione, cioè che erano stati svegliati dai cani e avevano visto due fuggire». Basandosi su quella testimonianza, gli inquirenti identificando l’autore della spinta in Galioto, che viene quindi arrestato. Per i consulenti, però, le responsabilità non sarebbero così nette. Nel filmato si vede infatti un uomo che discute con l’americano e un secondo soggetto che spunta da un lato dell’inquadratura e spinge il ragazzo nel fiume”.

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