Befera: “L’impiegato ostaggio a Bergamo, un eroe”

Pubblicato il 4 Maggio 2012 - 22:05 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ''Orgoglio'' per il ruolo svolto ma anche la necessita' che sugli obiettivi ci sia ''condivisione''. Il giorno dopo i fatti di Bergamo il direttore dell'Agenzia delle Entrate e di Equitalia, Attilio Befera scrive ai dipendenti per spronarli nel loro lavoro, conscio pero' anche che la situazione e' molto complessa. ''Anche questa tempesta passera' – scrive Befera – come sono passate le tante, non meno terribili di questa – che si sono abbattute sull'Italia. Rimarranno le cicatrici, ma restera' anche l'orgoglio di aver servito in giorni difficili in una Istituzione di cui una grande comunita' civile non puo' fare a meno''.

Ma puntualizza anche ''ciò di cui abbiamo bisogno pero' e' chiarezza e condivisione riguardo a cio' che dobbiamo fare, perche' noi non lavoriamo per alcuni contro altri, ma per l'intera collettivita'''. Quindi ''il problema di fronte al quale ci troviamo, non si puo' liquidare come il nostro problema, il problema dell'Agenzia delle entrate o di Equitalia. E' invece il problema cruciale di questo nostro Paese, anche se non aiutano certo a coglierlo le polemiche confuse e contraddittorie che tendono a trovare eco compiaciuta nei media. La voce costante alta, autorevole e chiarificatrice delle Istituzioni, sarebbe di grande conforto nella situazione drammatica che sta vivendo il nostro personale''.

Intanto negli uffici fiscali prevale la preoccupazione dopo l'ultimo episodio registrato ieri negli uffici locali dell'Agenzia delle Entrate quando un imprenditore ha preso in ostaggio un dipendente. Un dipendente, Carmine Mormandi, per il quale Attilio Befera esprime oggi la sua ''ammirazione'' per ''il coraggio e la dignita' di cui ha dato particolare prova, sapendo quanto abbia cooperato, in condizioni tremende, per una positiva conclusione della vicenda''. Si tratta dell'ennesimo episodio di intimidazione degli ultimi mesi quando su chi, per legge, ha il compito, non sempre 'grato', di riscuotere le imposte.

Ma c'è anche la volontà di non isolarsi, di non costruire 'bunker' per evitare gli attacchi. Attacchi che peraltro continuano anche se in modo piu' 'civile'. Ad esempio i consumatori fanno notare come le segnalazioni anti-Equitalia stiano crescendo a ritmo vertiginoso. Secondo il Centro per i diritti del cittadino (Codici) nei primi 4 mesi di quest'anno le segnalazioni sono cresciute del 53%.

Il tre maggio è stata una giornata difficile e ora tutti alle Entrate sperano che ''sia solo un caso isolato''. Misure di sicurezza per proteggere i lavoratori? ''Speriamo di no'', replicano dagli uffici in via Cristoforo Colombo a Roma. Gli uffici del fisco non vogliono essere trasformati in 'bunker' e d'altronde attrezzare la sicurezza per oltre 400 sportelli dislocati negli uffici locali dell'Agenzia delle Entrate sarebbe un'impresa e un costo ''gigantesco'' per lo Stato. L' amarezza nasce dal fatto che, come dice sempre Befera, che la rabbia si scarica ''su persone che fanno solo il loro lavoro e cercano di farlo al meglio''. Quanto al dipendente delle Entrate, che fino all'ultimo e' rimasto sotto tiro del sequestratore, stamane, secondo quanto si apprende sempre da fonti dell'Agenzia, ''e' tranquillo''. Ma certo l'esperienza e' stata traumatizzante.

E un appello contro la demagogia arriva dal sindacato: ''noi che rappresentiamo i lavoratori dell'Agenzia delle Entrate – afferma Salvatore Chiaramonte, segretario nazionale Fp-Cgil – possiamo soltanto solidarizzare con loro per l'ennesima aggressione subita e continuare a difendere il loro lavoro e la loro dignita'''.