BELLUNO – La suora che fa causa a Bankitalia. La storia, riportata da Lauredana Marsiglia per il Gazzettino, arriva da Belluno. Tra alcune vecchie carte e lettere spunta infatti un libretto di risparmio al portatore. In deposito ci sono 34.415 lire. Era il 29 aprile del 1942 quando al saldo di 21.915 lire il titolare ne aggiunse altri 12.500. Oggi, quella cifra espressa in una moneta che non ha più corso da anni, si è trasformata in una piccola fortuna di 285 mila euro.
Lauredana Marsiglia racconta:
Il calcolo è stato fatto dagli esperti della Agitalia, agenzia specializzata in recupero crediti, e le fortunate proprietarie di quel libretto dormiente sono le sorelle pontalpine Piamaria e Luciana Bristot, quest’ultima suora in un convento a Brescia. Senza perdere tempo, si sono subito rivolte ad Agitalia, avviando una pratica per la riscossione del consistente credito attraverso Bankitalia. La somma che sarà recuperata andrà in beneficenza. Queste le intenzioni delle sorelle.
«Prima di andare in causa civile – spiegano all’Agitalia – sarà obbligatorio passare per la mediazione. Noi presenteremo a Bankitalia la nostra richiesta che è di 285 mila euro, somma che è stata calcolata da un esperto tenendo conto della ricapitalizzazione degli interessi, che all’epoca erano molto alti, e anche dalla rivalutazione monetaria, anche se quest’ultimo calcolo non sempre è riconosciuto. Se troveremo subito un accordo si chiuderà in breve tempo, altrimenti andremo davanti al giudice civile. La somma andrà in beneficenza».
Come funziona quindi? I soldi si possono prendere?
Il vecchio libretto rientrerebbe appieno nella legge sui conti correnti dormienti, soldi che nessuno reclama più da decenni e sui quali lo Stato potrebbe mettere le mani, previo avviso, di 180 giorni, agli eventuali parenti superstiti. In realtà, non sempre gli istituti di credito non sempre lo fanno e quindi capita spesso che molti vecchi depositi siano ancora lì in attesa che qualcuno li rivedichi. Esattamente come è accaduto alle Bristot. Le donne hanno capito subito che in quelle poche lire, che all’epoca erano comunque una cifra importante, avrebbero potuto fruttarle qualcosa di buono. Magari da dare in beneficenza.
Il libretto al portatore, aperto presso la sede di Belluno della Cassa di Risparmio di Verona-Vicenza-Belluno, si trovava in un cassetto nella casa della madre Virginia Zanin, morta nel 2003. Luciana e Piamaria lo rinvennero mentre riordinavano un cassetto, tra lettere, fotografie e altri oggetti di casa.