Belpietro: “Certe idee si pagano con la paura e le minacce”

Maurizio Belpietro

All’indomani degli spari sul suo pianerottolo, Maurizio Belpietro, direttore di Libero si chiede: “Perché in questo paese non è possibile sostenere delle opinioni senza pagare con paura e minacce?”. Per lui ”prevale il senso di ingiustizia”, ha detto ancora a Mattino cinque.

In trasmissione, dopo aver ricostruito quanto successo ieri sera, il direttore di ‘Libero’ ha detto di essere uno dei pochi direttori sotto scorta, insieme ai colleghi Vittorio Feltri ed Emilio Fede: ”Siamo tutti dell’area moderata e non sono casi: sostenere idee contro la vulgata corrente si paga anche da questo punto di vista, con la limitazione della libertà”. Per Belpietro, quanto successo ieri dipende anche dal clima politico avvelenato: ”Il clima conta: basta navigare su certi siti per trovare non polemiche, ma minacce di morte come ‘mi piacerebbe ammazzare lui e la sua scorta’. Tutto questo mi mette inquietudine, non capisco quale reato ho commesso per meritare addirittura una condanna a morte”.

Belpietro ha anche ricordato di aver ricevuto delle minacce già a gennaio, quando un uomo ha tentato di introdursi nella redazione di ‘Libero’ e, fermato dalla scorta, ha poi confessato ”cattive intenzioni”. ”E quello di gennaio non era un pazzo, tanto che – ha detto il direttore – non gli hanno fatto il trattamento sanitario obbligatorio”.

Belpietro, che si definisce ”una persona tranquilla, calma e fredda”, non ha negato di sentirsi ”amareggiato”: ”ieri ho pensato alle persone care, come è  naturale, sono amareggiato per la mia famiglia”. Quando l’agente della scorta ha trovato un uomo armato nascosto vicino all’appartamento di Belpietro, in casa del direttore di ‘Libero’ c’erano la moglie e le figlie: ”le piccole dormivano, ho raccontato loro stamattina cio’ che e’ successo”.

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