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Bennardo Raimondi, l’assegno del Papa, il “no” delle Poste: Bergoglio non fa miracoli

di admin |23 Dicembre 2013 18:11

Bennardo Raimondi, l’assegno del Papa, il “no” delle Poste: Bergoglio non fa miracoli

ROMA – Papa Francesco miracoli non ne fa, ancora. Nulla può il pontefice contro la burocrazia delle Poste: lo dimostra la storia di Bennardo Raimondi, artigiano ceramista e “presepista” di Palermo, ridotto sul lastrico per colpa del racket.

A Bennardo (con due N, “miracolo” – questo sì – dell’anagrafe) il Papa aveva inviato un assegno da mille euro, commosso dalla vicenda dell’artigiano palermitano, che nel 2003 ha perso casa, negozio e 8 dipendenti per un giro di usura ed estorsione che lui – vittima – ha voluto denunciare. Da allora isolamento, minacce di morte, niente lavoro. E un figlio di 10 con problemi di malformazione.

Bennardo ha tentato di uccidersi quattro anni fa e vive di elemosina. Ma a novembre Antonina Meli, la moglie, ha scritto una lunga lettera a Papa Francesco.

Cos’è successo dopo? Lo racconta Alessandro Dell’Orto su Libero:

“Lo scorso 4 dicembre, dal postino, la grande sorpresa: una busta arrivata dal Vaticano con dentro un assegno di 1000 euro. Bennardo e Antonina si sono abbracciati, hanno pianto, hanno pensato che questo sarebbe stato un Natale differente e che a volte l’Italia è capace di regalare ciò che non ti aspetti. Già, ciò che non ti aspetti. Quando i due sono andati in Posta per incassare la cifra, purtroppo, ne hanno avuto la conferma: niente soldi, la burocrazia è di traverso. Impossibile riscuotere i mille euro ed ecco spiegato il perché. Primo, l’assegno può essere versato in un conto corrente, che però Bennardo e Antonella non hanno. Secondo, per incassarlo si dovrebbe andare a Roma, alla filiale che lo ha emesso. Terzo, non è nemmeno possibile girarlo, perché il titolo non è trasferibile”. […]

Quando Bennardo (sì, il nome è proprio questo) Raimondi si è presentato in Posta per riscuotere quell’assegno da mille euro caduto dall’alto, ha capito che le emozioni e le sorprese di questo incredibile Natale non erano ancora finite. Anzi. Dall’altro lato dello sportello lo hanno guardato con un sorriso imbarazzato, hanno scosso la testa e – no, mi spiace tanto – gli hanno spiegato che non avrebbero potuto scambiare il pezzo di carta con soldi. Nè lì, nè altrove. E quando, allora, Bennardo ha provato timidamente – hem hem, forse non sapete che l’assegno proviene da… – a spiegare che la firma era speciale e che, come dire, quei soldi erano arrivati quasi per miracolo, gli hanno ribadito seccamente il no. Niente storie. Non può essere riscosso. Punto. «E non cambierebbe nulla anche se a emetterlo fosse stato il Papa…». Ops, il Papa.

[…] Una beffa, ma Bennardo non si arrende. «La situazione è assurda e paradossale. Questi soldi ci servono, non abbiamo nessun altro aiuto. Ci siamo rivolti nuovamente al Vaticano e ora aspettiamo un vaglia postale. Speriamo in tempi rapidi, perché il momento per me e la mia famiglia è difficilissimo». Il vaglia arriverà. E che questo sia davvero un Buon Natale, Bennardo”.

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