Bergamo. Ciclisti prepotenti passano col rosso e mandano a “c…” chi protesta

Bergamo. Ciclisti prepotenti passano col rosso e mandano a "c..." chi protesta
Foto Lapresse

BERGAMO – Aumentano la prepotenza e l’arroganza dei ciclisti, sia in città, sia, in gruppo, sulle strade di campagna.

L’ultimo caso è denunciato dal quotidiano Eco di Bergamo, che sotto il titolo

“Gruppo di ciclisti passa col rosso. E al clacson… vai con gli insulti”

riporta la lettera di un lettore, cui premette questa introduzione:

“Con l’arrivo dell’autunno probabilmente ci dimenticheremo del problema, fino a primavera. Un gruppo di ciclisti attraversa la statale col rosso, poi occupa tutta la carreggiata. Quando l’ignaro automobilista ha osato suonare il clacson… via con insulti a raffica”.

Scrive il lettore dell’Eco di Bergamo:

«Faccio seguito alla lettere che avete pubblicato due domeniche fa, nella quale il lettore Giuseppe raccontava di essere stato pesantemente insultato da un gruppo di una cinquantina di ciclisti ad Almenno San Salvatore. A me stamattina è accaduta la stessa cosa, nella Bassa, ma forse con i contorni ancor più preoccupanti.

“Attorno alle 8,30 stavo percorrendo la statale ex 525 nel tratto tra Boltiere e Canonica quando noto che il semaforo dell’incrocio di Fornasotto diventa verde. Ebbene, in quel momento dalla laterale sinistra spunta un gruppo di trenta, quaranta ciclisti che è incredibilmente passato con il rosso.

“Io ero ancora fermo perché, fino a qualche istante prima, anche io avevo il rosso e non sono ripartito, ovviamente. Ma se qualcuno, sulla corsia opposta alla mia, fosse arrivato a velocità non dico alta, ma anche solo coerente alla strada – lì il limite è 50 – probabilmente ora sul sito de L’Eco staremmo leggendo di una strage: attenzione, però, quell’ipotetico (e per fortuna inesistente) automobilista avrebbe avuto il verde, mentre tutti i ciclisti sono passati senza problemi con il rosso, andando tra l’altro dritti, dunque attraversando tutta l’ex statale 525, tra le strade più battute della Bergamasca.

“A quel punto mi sono trovato di fronte il gruppo di ciclisti che occupavano non solo la corsia di destra, ma in parte anche quella di sinistra.

“Questi irresponsabili – perché altro non sono – non si scansavano manco a suonare il clacson. Stesso problema per chi arrivava dal lato opposto, che li ha dovuti schivare contromano. Ai colpi di clacson è partita, come risposta, la scarica di insulti. Il più gentile è stato un bel “Ma vai a c…”, senza intendere “casa”.

“So che la strada non è un’esclusiva delle auto, ma gruppi di ciclisti così – in questo caso quasi tutti indossavano la casacca “Città di Treviglio” – sono davvero pericolosi per sé stessi e per gli altri: credono di essere loro i padroni della strada, forse pensano di essere al Giro d’Italia, quando invece potrebbero, anzi dovrebbero tranquillamente stare in fila indiana e nessuno direbbe loro nulla. Possibile che su questo fronte nessuno faccia nulla?».

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