Bergamo. Custode neocatecumenale a processo: “Abusi su minori a ritiri e in casa”

Bergamo. Guida spirituale a processo: "Abusi su minori a ritiri e in casa"
Bergamo. Guida spirituale a processo: “Abusi su minori a ritiri e in casa”

BERGAMO – Avrebbe abusato sessualmente di due fratellini di 12 e 16 anni dapprima durante ritiri spirituali, poi nella loro casa. L’accusato è un neocatecumenale di 38 anni e i fatti contestati risalgono agli anni tra il 2002 e il 2005. A denunciare i presunti abusi sessuali, consumati durante i ritiri e nella casa delle vittime, proprio i due fratelli che, oggi ventenni, hanno detto di aver trovato il coraggio di raccontare quanto accaduto.

Armando Di Landro sul Corriere della Sera scrive:

“Era il loro custode, di lui si fidavano ciecamente. Li portava ai ritiri spirituali, ai quali lui stesso partecipava, entrava in casa loro, poteva appartarsi in camera, o in solaio, con i due ragazzi, entrambi minorenni. «Ma non era un amico, era un mostro», hanno dichiarato entrambi al pubblico ministero dopo essere diventati maggiorenni, quando hanno deciso di denunciarlo e chiedere giustizia per i ripetuti abusi sessuali che sostengono di aver subìto, per circa tre anni”.

La prima udienza del processo si è tenuta a porte chiuse il 18 febbraio, scrive il Corriere della Sera:

“Risulta che già nell’autunno del 2002, G.F. avrebbe approfittato ripetutamente del più giovane dei fratelli: episodi frequenti, nella sua auto, in zone piuttosto isolate, o nelle stanze d’albergo durante i ritiri spirituali: palpeggiamenti e rapporti consumati. Da allora, per circa tre anni, i due ragazzini hanno vissuto un incubo del quale hanno voluto parlare solo molto tempo dopo, grazie a un percorso familiare che li ha aiutati a presentarsi in procura, a ricordare tutto, a denunciare”.

Secondo le accuse, i presunti abusi sarebbero dapprima stati consumati in “luoghi di fortuna” e poi nella casa dei ragazzi, dove l’uomo era invitato dai genitori, che avevano preso parte al cammino neocatecumenale con lui:

“I genitori dei due ragazzi si fidavano di G.F. e lui era entrato più volte in casa loro. Proprio lì, nell’abitazione di famiglia, era riuscito ad appartarsi con il più piccolo dei due fratelli, diventato quasi la vittima preferita, mentre il primo si avviava verso i 18 anni. In camera o in solaio: momenti drammatici e ripetuti. Fino agli inviti a raggiungerlo a casa sua, con la scusa di farsi aiutare per alcuni mestieri di casa. È ciò che dice l’accusa. È quanto hanno sostenuto anche i due fratelli ieri pomeriggio, per tre ore, di fronte ai giudici, costituendosi parte civile”.

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