Bergamo, infermiera tentò il suicidio. Condannato l’ospedale

BERGAMO – Il tribunale del lavoro di Bergamo ha condannato l'azienda ospedaliera di Treviglio (Bergamo) a un risarcimento di 80 mila euro in favore di una ex dipendente, riconoscendo una serie di episodi vessatori nei suoi confronti da parte di una dirigente dell'ospedale. I fatti, secondo quanto e' stato accertato dalla magistratura, si sono protratti per circa sei anni, fino al 2003, quando la vittima – un'infermiera caposala, oggi 45enne – tento' addirittura di togliersi la vita dopo aver ingerito una scatola di ansiolitici.

Nella sentenza, il giudice del lavoro parla del tentativo di suicidio della donna come l'effetto di una depressione dovuta proprio alle vessazioni che la caposala ha subito ad opera di una dirigente dell'ufficio infermieristico dell'ospedale. Negli atti si parla di una lunga serie di boicottaggi – cosi' sono stati definiti – messi in atto per svilire l'immagine della caposala e ostacolarne l'operato, soprattutto per quel che riguardava la gestione del personale.

Secondo il tribunale, l'azienda ospedaliera ''non poteva non essere a conoscenza'' della situazione che, anzi, avrebbe dovuto tentare di risolvere con un'indagine interna.

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