Bergamo: prostitute controllate con microspie, un arresto

Gli sfruttatori facevano arrivare le ragazze con la prospettiva di un lavoro onesto, poi le costringevano a prostituirsi, privandole dei documenti e minacciandole di morte nel caso in cui si fossero ribellate.

I Carabinieri hanno fermato in provincia di Bergamo un albanese di 23 anni sospettato di essere a capo di un’organizzazione criminale dedita allo sfruttamento della prostituzione. Le indagini erano partite in ottobre e avevano già portato all’arresto – poco più di un mese fa – di altri albanesi di 22 e 36 anni.

Secondo la ricostruzione dei Carabinieri le ragazze, perlopiù rumene ed albanesi appena maggiorenni, erano costrette a prostituirsi per le strade della provincia di Bergamo, tenute segregate in casa e controllate a vista, anche attraverso delle microspie.

Il presunto capo del sodalizio criminale è stato intercettato e sottoposto a fermo di indiziato di delitto grazie alla testimonianza di una giovane albanese di 19 anni, in Italia da tre anni e con la quale l’uomo aveva avuto una relazione.

Gli sfruttatori facevano arrivare le ragazze con la prospettiva di un lavoro onesto, poi le costringevano a prostituirsi, privandole dei documenti e minacciandole di morte nel caso in cui si fossero ribellate.

Le ragazze erano controllate 24 ore su 24, anche durante i rapporti coi clienti, attraverso dei trasmettitori elettronici nascosti in borsa o tra gli indumenti, per evitare ogni tentativo di fuga. Nell’appartamento in cui viveva l’albanese i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato anche due pistole calibro 7,65 e una quarantina di proiettili.

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