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Berlusconi, c’è chi protesta: al Duomo con la maglia “non è il mio lutto”. Niente mezz’asta all’Unistrasi di Siena

Morte Berlusconi, c’è anche chi protesta. A Milano, una signora è arrivata in piazza Duomo per i funerali di Silvio Berlusconi con la maglia con la scritta “Io non sono in lutto”. “Perche? – ha spiegato Silvia – c’è talmente tanto da dire… sappiamo tutti cosa c’è stato dietro a lui e come ha fatto le sue prime fortune. È un pregiudicato”.

Per questo “ho deciso che ho sentito troppe cose che non erano vere – ha aggiunto – l’ho fatto per i miei figli. Hanno deciso per il funerale di Stato e per il lutto nazionale, non riservati a chi ha dato la vita per la legalità… La santificazione di questi giorni è falsa, una forzatura alla realtà delle cose. Per questo ho deciso di partecipare nell’unico modo in cui posso esprimermi, in modo pacifico e silenzioso”.

Morte Berlusconi, c’è anche chi protesta. Al Duomo con la maglia “io non sono in lutto” 

La donna è stata accerchiata e ci sono stati attimi di tensione. Attimi di tensione con i presenti che hanno accerchiato la signora chiedendole di andare a casa: “Dobbiamo finirla con queste divisione” ha urlato un signore. “Abbia rispetto almeno per la morte e per la famiglia, vada via” ha aggiunto un’altra signora. “Adesso basta – ha concluso un’altra persona – sono 30 anni che gettate odio. Buffona, cerchi solo visibilità. 

Le proteste a Roma  

Blitz stamattina all’Altare della Patria di Roma, dov’è comparso uno striscione con la scritta: “Oggi non siamo in lutto, siamo in lotta!” a firma Transfemministe Antifà. E ancora a Roma: una donna ha esposto un cartello davanti all’ingresso di Montecitorio con la scritta “Non il mio lutto”. Interrogata da giornalisti e fotografi sul perché del suo gesto lei ha spiegato: “Non è una questione di rispetto, se la comunità di Silvio Berlusconi avesse sofferto internamente non ci sarebbe stato nessun dissenso, ma farlo diventare lutto nazionale significa estenderlo ad una comunità politica che da Berlusconi è stata calpestata fino all’ultimo momento”. “Lo dico da cittadina e da donna”.

Niente bandiere a mezz’asta all’ Università per stranieri di Siena

Il Rettore dell’Università per Stranieri di Siena Tomaso Montanari, storico dell’arte e firma del Fatto Quotidiano, ha deciso di non esporre la bandiera a mezz’asta in segno di lutto per la morte del presidente Berlusconi. A rendere nota la decisione di “disobbedienza” è stato lo stesso Montanari con un’email inviata alla comunità universitaria: “Mi assumo personalmente la responsabilità di disporre che le bandiere di Unistrasi non scendano. Ognuno obbedisce infine alla propria coscienza, e una università che si inchini a una storia come quella non è una università”.  Anche a Napoli alla Federico II il rettore Matteo Lorito avrebbe deciso di non esporre la bandiera a mezz’asta per Berlusconi. In realtà, malgrado la denuncia dell’eurodeputato e coordinatore regionale di Forza Italia in Campania, Fulvio Martusciello, non è così. L’edificio di corso Umberto I, sede del rettorato e delladirezione generale dell’Ateneo Federico II a Napoli, ha le bandiere a mezz’asta. Le altre sedi non tutte con le
bandiere stanno provvedendo.

Montanari telefona a DiMartedì, Mazza: “Meschino”. Magliaro: “Si vergogni”

Montanari chiama a DiMartedì dopo che l’ex direttore del Tg2 Mauro Mazza gli dà del meschino : “La polemica sul lutto nazionale è meschina per chi la fa”. E rincara: “Abbiamo anche un meschino rettore che non mette la bandiera a mezz’asta. Io vorrei un comportamento e un livello di polemica non meschini, ma che siano almeno al livello di Berlusconi”. Non ci sta Antonio Padellaro: “Masi, quando si offende qualcuno, lo si fa guardandolo negli occhi, non a distanza. Se lei ha qualcosa da dire a Montanari, lo dica a lui. ‘Meschino’ è un insulto”.  Mazza si giustifica: “Ma io intendevo il gesto meschino. Non so se sia passibile per legge“. Anche Massimo Magliaro (Fondazione Almirante) sbotta: “Si vergogni”. 

 

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