Bernardo Provenzano ricoverato all’ospedale San Paolo di Milano

Bernardo Provenzano, la foto dell'arresto
Bernardo Provenzano, la foto dell’arresto

MILANO – Bernardo Provenzano, il boss di Cosa Nostra, è stato ricoverato mercoledì pomeriggio all’ospedale San Paolo di Milano. Provenzano, 81 anni, affetto da patologie neurologiche, detenuto in regime di 41 bis, nei giorni scorsi era stato trasferito dal carcere di Parma, a quello di Opera, nel Milanese.

Provenzano, trasferito da Parma a Milano nell’ambito di un avvicendamento di routine dei detenuti al 41 bis, è stato portato all’ospedale San Paolo per una verifica, da parte dei responsabili del nuovo istituto di pena in cui è stato ristretto, delle sue condizioni di salute. Il capomafia veniva dal reparto detenuti dell’ospedale Civile di Parma che ha dato il nulla osta al trasferimento.

Dopo due giorni dall’arrivo ad Opera e’ stato per lui disposto il ricovero. La scorsa settimana la Cassazione aveva respinto il ricorso dei legali del capomafia che avevano chiesto la sospensione della pena per il boss, detenuto in regime di 41 bis nel carcere di Parma (e poi trasferito nei giorni scorsi ad Opera), sostenendo che le sue condizioni di salute non erano compatibili con il carcere. Gli avvocati Rosalba Di Gregorio e Francesco Masarà avevano presentato ricorso alla Suprema Corte contro l’ordinanza con la quale il tribunale di sorveglianza di Bologna, lo scorso 27 agosto, aveva respinto la richiesta di differimento della pena ”per grave infermità”. Nei confronti di Provenzano, condannato a 20 ergastoli, lo scorso 27 marzo il ministro della Giustizia Andrea Orlando aveva firmato la proroga del regime del carcere duro.

Il ricovero a poco più di una settimana dalle polemiche che hanno fatto seguito alla decisione del neoministro di Grazia e Giustizia Andrea Orlando di rinnovare il regime di carcere duro per il capomafia nonostante le sue condizioni di salute. Una decisione che aveva suscitato la protesta dei figli di Provenzano che hanno chiesto che venga reso pubblico il filmato registrato dalle telecamere di sorveglianza del carcere di Parma che – a loro dire – ritrarrebbe un “detenuto speciale con gli occhi al soffitto, chiuso in una stanza blindata con tre guardie del Gom e un sondino al naso per nutrirsi”.

 

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