RIETI – Una bimba in gita con la famiglia fa il bagno nel lago del Salto, vicino a Borgo San Pietro di Petrella, ma ha appena mangiato. La bambina ha un malore e nonostante l’intervento dei soccorsi, la piccola muore in ospedale: è rimasta in apnea per 5 minuti e il suo corpo non ce l’ha fatta. Ora il procuratore capo di Rieti, Giuseppe Saieva, ha deciso di indagare i genitori della bambina per omicidio colposo e omissione di controllo genitoriale.
Il motivo delle accuse penali è che la sorellina della bimba annegata, che ha 8 anni, ha raccontato agli inquirenti che i genitori non si sarebbero accorti subito dell’assenza della minorenne e quando è scattato l’allarme la bambina era già in condizioni disperate. L’incidente risale al 2011, ma il prossimo 18 gennaio ci sarà la prima udienza davanti al gup, come scrive Sara Menafra sul Messaggero:
“L’indagine è destinata a far discutere visto che per la prima volta sono i genitori di un minorenne morto in una disgrazia a rispondere delle conseguenze penali davanti alla legge. I fatti risalgono al 2011 quando, a giugno, la famiglia Rossi (nessuna generalità reale perché la sorella della vittima è ancora minorenne) va al lago del Salto, a Borgo San Pietro di Petrella, per sfuggire al gran caldo. Vengono dai dintorni di Roma ma sono nel reatino per una gita e si fermano allo stabilimento balneare Spiaggia dei Pioppi. Mangiano abbondantemente, Francesca prende anche una porzione di pollo con i peperoni, poi si sdraiano sul prato non lontano dal lago. Forse perché i genitori erano in dormiveglia, le due sorelle vanno verso l’acqua. La più grande, Francesca, non si fa fermare dalla sorellina Antonia di otto anni, e prende a nuotare verso il largo mentre la più piccola sta a guardare. Dopo qualche minuto, però, la bambina non vede più la sorella maggiore e corre a chiamare il padre che a quel punto si butta in acqua per raggiungerla e soccorrerla”.
La bambina è rimasta in apnea per 5 minuti prima di venire soccorsa e nonostante il trasporto in eliambulanza al Policlinico Gemelli di Roma, per la piccola non c’è stato nulla da fare:
“La autopsia confermerà poi i primi sospetti: a ucciderla sarebbe stato proprio il fatto di aver affrontato l’acqua, fredda come può essere quella di un piccolo lago a giugno, a stomaco pieno, visto che il referto parla di acqua nei polmoni e affogamento. Una tragedia, dice la procura di Rieti, che, però, forse, si sarebbe potuta evitare se i genitori avessero sorvegliato come sarebbe loro obbligo fare dal punto di vista civile e penale. Ecco perché è scattata l’iscrizione per omicidio colposo per entrambi, oltre all’inchiesta sulla gestione dello stabilimento balneare”.
Ora prima dell’udienza del 18 gennaio il gup ha chiesto una nuova perizia e vuole accertarsi che la bambina sia morta per il bagno dopo mangiato, come stabilito dall’autopsia:
“Anche per il gestore dello stabilimento, dice il capo di imputazione, l’accusa è di omicidio colposo per «imprudenza, negligenza e imperizia». E anche perché «oltre che in violazione del regolamento citato, ometteva di predisporre un idoneo presidio di salvataggio continuativo durante il funzionamento dell’impianto, e comunque di apporre semplici cartelli indicativi del pericolo derivante dalla balneazione non assistita». Per i genitori di Francesca, stesse accuse, oltre alla contestazione di aver violato «gli obblighi di legge derivanti dalla loro qualità». «Omettevano – scrive il pm – di vigilare sul comportamento della minore e di impartirle idonee informazioni sui rischi della balneazione postprandiale, e non impedivano alla medesima di tuffarsi a stomaco pieno nelle acque del lago del Salto»”.