Bimba uccisa a Castel Volturno, la rabbia dei ghanesi

CASTEL VOLTURNO (CASERTA) – Il dolore e poi
la rabbia. Momenti concitati di tensione e proteste seguiti al
ritrovamento del corpo senza vita della piccola Mary, sette
anni, vittima di una violenza folle, morta dopo essere stata
gettata in un canale nei Regi Lagni, a Castel Volturno, nel
Casertano, da un uomo con problemi psichici.
In un attimo esplode la protesta degli immigrati del posto.
Loro, dicono – appoggiati dalla rete antirazzista campana –
denunciano di aver da tempo segnalato la pericolosita'
dell'assassino che, sembra da tempo stando alle testimonianze
raccolte sul posto, dava segni di squilibrio. ''Negli ultimi
mesi – dice un portavoce degli ghanesi di Castel Volturno – era
diventato aggressivo e la cosa era stata segnalata piu' volte
alle forze dell'ordine. Ma ne' loro, ne' gli organi sanitari
sono intervenuti per impedire che si arrivasse a quello che e'
successo oggi''. Dichiarazioni sulle quali evidentemente dovra'
far luce la Procura di Santa Maria Capua Vetere che indaga sul
fatto e che dovra' anche accertare se siano state effettivamente
presentate denunce circostanziate sulla condizione psichica
dell'assassino e sulla sua presunta pericolosita'. Insomma, qui
in tanti dicono di aver lanciato l'allarme su quell'uomo che
soffriva di disturbi psichici e che poteva essere un pericolo
per se e per gli altri. ''Questa tragedia si poteva evitare,
quel folle doveva essere fermato'', non si stanca di ripetere
chi conosceva la piccola Mary.
Ma i ghanesi ritengono anche che i soccorsi, dopo che la
bambina era stata lanciata nel canale, si siano mossi con
un'eccessiva lentezza. ''L'ambulanza e' arrivata in ritardo, non
si sono visti mezzi adeguati''. La rabbia degli immigrati li ha
portati cosi' ad inscenare un blocco stradale. Poi, dopo il
recupero della piccola da parte di un africano lanciatosi nel
canale, per diversi metri si e' snodata una sorta di processione
con la bambina tra le braccia.
Una vera e propria rivolta e' esplosa poi quando c'e' stato
il trasferimento della salma all'obitorio. Gli immigrati
avrebbero voluto tenerla con loro, anche per marcare in questo
modo la protesta contro i presunti ritardi nei soccorsi e per il
mancato intervento di fronte alla pericolosita' dell'assassino.
Hanno circondato l'ambulanza arrivata sul posto, hanno picchiato
con i pugni contro le fiancate prima che il mezzo potesse
allontanarsi, con le forze dell'ordine che a fatica sono
riuscite a farla passare.

Gestione cookie