Bimba uccisa nel casertano, il sindaco: "Qui è una polveriera"

NAPOLI – Castel Volturno (Caserta) e' una
''polveriera'' e la situazione e' ''esplosiva''. Il sindaco,
Antonio Scalzone, non usa mezzi termini. E va giu' duro. A breve
si riunira' con gli altri componenti della giunta per valutare
le dimissioni in blocco: ''Non e' un gettare la spugna ma e'
l'ennesimo campanello d'allarme. Un territorio come questo non
lo si puo' gestire in questo modo, da soli, facendo finta che il
problema non c'e'''.

Il problema, invece, c'e'. Eccome. Castel Volturno conta
25mila residenti, di questi 2300 sono gli extracomunitari
regolari, ''ma sono molto di piu', chiaramente, se contiamo
anche quelli non regolari''. Quanti? ''Se ne contano dai 10mila
ai 15mila'', dice Scalzone, primo cittadino dal 31 marzo scorso
che ora teme la rivolta: di tutti. Gia' una volta i cittadini
extracomunitari scesero in piazza. Lo fecero il giorno dopo la
strage di San Gennaro, quando il 18 settembre 2008, furono
uccisi sei cittadini africani ed un italiano. Distrussero tutto,
una vera e propria rivolta lungo le strade di periferia del
comune che furono devastate.

Il sindaco teme la loro rivolta, ''per il disagio in cui sono
costretti a vivere e che ha causato anche la morte della
piccola''. Ma teme anche la rabbia dei residenti, italiani, di
Castel Volturno ''perche' non ce la fanno piu', sono stanchi''.
''Ho sentito troppe voci, stamattina – dice Scalzone – e ho
paura''.

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