Bimbo positivo alla cocaina: gara di solidarietà, affidato ai medici

PALERMO – La procura di Palermo ha tolto la potesta’ ai genitori e ha affidato al direttore sanitario dell’ospedale dei Bambini, Sergio Trizzino, il piccolo Samuele, il bimbo di 18 mesi ricoverato nell’ospedale pediatrico di Palermo, con un’alta concentrazione di cocaina nelle urine.

”La prognosi resta riservata – dice il dottor Giancarlo Coffaro, responsabile della Rianimazione – soprattutto in ragione di un dubbio danno epatico, che stiamo monitorando. Questo sospetto danno al fegato potrebbe essere legato ai traumi riportati”. Per Trizzino ‘il livello sensorio e’ praticamente assente’: da poche ore comincia a rispondere agli impulsi dolorosi – afferma – questo ci lascia ben sperare, anche se la situazione resta grave. Speriamo non ci siano danni permanenti”.

”Se supera questa fase potrebbe esserci un recupero completo e complessivo – conclude – C’e’ un danno legato a possibili lesioni interne dovute o alla caduta o alle percosse”. Fuori dalla sala della Rianimazione dell’ospedale dei Bambini a Palermo, dove il bimbo di 18 mesi, trovato positivo alla cocaina e con segni di percosse e’ ricoverato da due giorni, non c’e’ nessuno, nemmeno un parente lontano.

A seguirlo e stargli vicino, pero’, ci sono i medici e gli infermieri del nosocomio, che gli hanno anche portato qualche pelouche e un orsacchiotto arancione.    La madre del piccolo, dopo averlo accompagnato in ospedale, sabato, e’ stata fermata dalla polizia con l’accusa di maltrattamento aggravato, mentre il suo convivente di 28 anni e’ indagato per cessione di droga. La procura ha affidato il bimbo al direttore sanitario, Giorgio Trizzino,, il quale spiega che ”il cuore della gente risponde. Si e’ scatenata una gara di solidarieta’ incredibile, come sempre avviene in questi casi, con telefonate e richieste di mamme, che vorrebbero aiutarlo. La sua storia ci ha sconvolti profondamente. Non ci era mai capitata una cosa del genere”.

”La procura ha affidato a me il bimbo, in qualita’ di direttore sanitario – prosegue -. Per ragioni di sicurezza non consentiamo a nessuno di raggiungerlo. Non c’e’ stato nessuno dietro la porta della rianimazione in questi giorni. E’ venuta una signora dicendo di essere la nonna, ma non abbiamo consentito che entrasse”.

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