Blitz del Fisco, parla il direttore Magistro: “Evasori tremate”

ROMA, 15 GEN – Gli ispettori del fisco sono anche ”troppo pochi”, ”tre anni fa eravamo 17 mila, ma non sostituiamo chi va in pensione. Dovremmo essere almeno il doppio”. Lo dice in una lunga intervista al Fatto Quotidiano Luigi Magistro, direttore centrale dell’accertamento all’Agenzia delle Entrate, che parla della lotta all’evasione in Italia e dei cosiddetti blitz a Cortina, poi a Roma che hanno richiamato l’attenzione pubblica.

”Questo che chiamiamo blitz – sottolinea – e’ un’attivita’ ordinaria e neppure rilevantissima. Lo definiamo ‘presidio del territorio’, e se ne occupa principalmente la Guardia di Finanza, con circa 500 mila controlli l’anno. Noi ne facciamo 50 mila”. Magistro si spiega il ”clamore” col ”momento storico” che vive il nostro Paese: ”mai come in questo momento le persone oneste si sentono esasperate dalla pressione fiscale, e l’evasore rimane doppiamente inviso”. L’estate scorsa, spiega, di operazioni del genere ne sono state fatte oltre venti in localita’ turistiche come Capri o la riviera romagnola, e ora, aggiunge, nel mirino ci sono ”le grandi imprese, quelle con oltre 100 milioni di euro di fatturato. Sono 3500 in Italia, di cui mille solo in Lombardia”. La ‘lobby’ piu’ forte resta pero’ secondo Magistro quella delle persone fisiche che evadono il fisco, che compreso il sommerso arrivano a 10 milioni. Tante le difficolta’ per il Fisco di farsi restituire quello che non e’ stato pagato: ”il 55% definisce il contenzioso e paga. Una parte, circa il 15%, porta il caso davanti ad un giudice” ma ”un 30% non chiude, non impugna e dice: ‘Venitemi a prendere!”’.

”A spanne – prosegue -, per il 2010 la Guardia di Finanza ha contestato una quarantina di miliardi di imponibili, che aggiunti a quelli contestati da noi ha dato luogo all’accertamento di maggiori imposte dovute per 30 miliardi. Alla fine tra pagamento spontaneo in sede di definizione e riscossione con i ruoli e con Equitalia, nel 2010 abbiamo portato a casa 10,5 miliardi, nel 2011 abbiamo superato gli 11 miliardi. Rimane la quota considerevolissima di quelli che non pagano”. L’ispettore sottolinea infine che l’Agenzia delle Entrate non andrà’ a ”curiosare” negli estratti conto: tutti ”i discorsi sulla privacy che si sono sentiti non hanno fondamento”.

E ancora: “L’estratto conto non ci serve a niente. A noi servono le movimentazioni accorpate, il totale di dare e avere dell’anno. Le banche ci vogliono mandare gli estratti conto perché sono già pronti, ma io voglio il dato elaborato per andare a incrociarlo con il reddito dichiarato. Se c’è discrepanza per me si accende la lampadina. Ma io non vado a curiosare nel-l’estratto conto. Tutti i discorsi sulla privacy che si sono sentiti non hanno fondamento. Io sono napoletano, a Napoli si dice: “Si parla a schiovere”, cioè ognuno parla senza sapere una mazza e senza chiederci spiegazioni”.

I giornalisti del Fatto gli chiedono “A proposito, cinque grandi banche italiane hanno appena pagato circa un miliardo per evasione fiscale. Però continuano a dire che pagano pur essendo innocenti”. Magistro risponde: “Sa perché lo dicono? Perché gli amministratori temono l’azione di responsabilità da parte degli azionisti. Devono sempre dire e fare risultare dagli atti societari che pagano solo per chiudere il contenzioso, anche se tutti sappiamo che se hai ragione col cavolo che chiudi, mi dai 300 milioni perché hai ragione?” Il Fatto insiste: “Intesa San Paolo, all’epoca dei fatti, era guidata dall’attuale ministro dello Sviluppo economico…” Così Magistro replica: “E che cosa dovrebbe dire Passera? Che ha fatto le violazioni, che ha fatto l’abuso, che ha fatto l’elusione? No, lui dice: “Io non ho fatto niente, ma pur di togliermi di torno queste sanguisughe del fisco gli ho dato 350 milioni di euro”.

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