Bologna, bruciò la ex: per i giudici voleva riaffermare il possesso “virile” sulla donna

“Il movente femminicida è maturato per riaffermazione della volontà di possesso “virile” sulla donna, e per barbara necessità di vendicare il proprio malconcepito senso di onore, cui non si è accompagnato alcun pentimento. Anzi l’omicidio è stato rivendicato con orgoglio e soddisfazione”. 

Uccide la compagna, per la Corte d’Assise voleva riaffermare la volontà di possesso “virile”

Lo sostiene la Corte d’Assise di Bologna motivando la sentenza della condanna all’ergastolo di un 42enne marocchino, responsabile dell’omicidio dell’ex compagna. “Questo passaggio motivazionale segna un importante salto nella giurisprudenza – ha detto l’avvocata che ha rappresentato l’intera famiglia della vittima, costituita parte civile. Per l’avvocata, si “riconosce come aggravante di genere, il movente di un femminicidio, poiché determinato in una cornice maschilista, ‘il possesso virile sulla donna’, e patriarcale nel quale si misura ‘il malconcepito senso dell’onore'”.

“Un grande passo avanti per la tutela delle donne” 

Per l’avvocata “sono due parole inserite in una sentenza di 22 pagine, ma sono un grande passo nella tutela e nella difesa delle donne”. Anche l’Udi, associazione donne italiane, era parte civile. L’avvocata che ha rappresentato l’associazione spiega: “Abbiamo chiesto ai giudici come Udi di riconoscere nella sentenza questo omicidio come femminicidio, valutando l’etimologia di questa parola”, aveva detto l’avvocato  il giorno della lettura del dispositivo. 

 

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