Bologna: muore a 19 anni dopo un cocktail di chetamina, anfetamine e alcol

Pubblicato il 11 Ottobre 2010 - 11:54 OLTRE 6 MESI FA

E’ morto Enrico Rumolo, il diciannovenne di Carpi (Modena) ricoverato a Bologna il 10 ottobre dopo aver assunto chetamina e anfetamine. Il ragazzo è stato trovato in gravi condizioni fuori da un locale, il Synklab, in via Mattei, alla periferia di Bologna: probabilmente stava male a causa di un cocktail di pasticche e all’alcol.

I sanitari del 118 sono intervenuti davanti al locale, dove hanno rianimato il giovane che non dava più segni di vita.

Il diciannovenne era stato portato all’Ospedale Sant’Orsola e ricoverato nel reparto di rianimazione, dove è morto. Già da subito, oltre ai problemi cardiaci, erano emersi problemi al fegato, ai reni e di coagulazione del sangue. Anche in base alle analisi sarebbe stata l’assunzione di chetamine e anfetamine, oltre all’alcol, a ridurre in quello stato il carpigiano.

Sono spaccio e morte come conseguenza di altro reato le ipotesi con cui il Pm di Bologna Morena Plazzi ha aperto l’inchiesta sulla morte del giovane. Il Pm darà domani l’incarico al medico legale per l’autopsia, che comprenderà anche i prelievi per gli esami tossicologici per la conferma delle sostanze assunte. Il magistrato coordina il lavoro dei carabinieri.

Il ragazzo che insieme ad una ragazza, anche loro di Carpi, era arrivato al Synklab con Rumolo, ha riferito ai militari che le droghe le avevano acquistate fuori dal locale. Versione che ora viene riscontrata. Secondo quanto detto dal ragazzo l’unico ad essere già stato al Synklab in precedenza era Rumolo.

Il diciannovenne, figlio unico di due operai di origine campana, in questo periodo non lavorava, ma pare non avesse mai avuto problemi con gli stupefacenti. A ucciderlo sarebbero state soprattutto complicazioni di natura cardiaca. L’equipe del professor Gerardo Martinelli, responsabile della Rianimazione del Sant’Orsola, ha applicato tutte le tecniche possibili per salvarlo – fa sapere la direzione sanitaria del Policlinico – ma il cuore era già irrimediabilmente compromesso.

Dall’alba di domenica, i genitori sono rimasti sempre in ospedale, fino alla notizia del decesso, arrivata a metà mattina. ”Non è giusto che mio figlio sia li’ dentro”, ha detto davanti alla camera mortuaria la madre di Enrico, che già ieri con alcuni cronisti aveva criticato la facilità con cui le droghe girano in alcune discoteche. Oltre all’amico del diciannovenne, che avrebbe confermato l’acquisto di alcune pasticche nell’area all’esterno del locale, i carabinieri hanno già sentito anche i due addetti alla sicurezza del Synklab, che per primi hanno chiamato i soccorsi.