Bologna. Cittadinanza a Patrizia Moretti. Lega: “E’ una marchetta”

BOLOGNA – Non c’è pace per la madre di Federico Aldrovandi. Il Pd di Bologna ha proposto in consiglio comunale la cittadinanza onoraria per la donna, Patrizia Moretti. Il consiglio s’è spaccato, con Lega e Pdl che sono usciti dall’aula. E sono partiti gli insulti. “”Sono marchette”, ha accusato il capogruppo del Carroccio, Manes Bernardini. “State violentando la cittadinanza onoraria”,  è arrivato a dire il capogruppo del Pdl Marco Lisei.

E via ancora: “Questa decisione è inopportuna, è una forzatura istituzionale, dato che la maggioranza ha portato questo ordine del giorno in Consiglio senza prima chiederlo agli altri gruppi e sapendo che ha i numeri”, ha aggiunto Bernardini. Lisei ha parlato di “strumentalizzazione, di deriva della maggioranza e di umiliazione del Consiglio”. La cittadinanza “si dà all’unanimità, qui si violenta un’onorificenza”.

Per il Pd ha replicato il capogruppo, Francesco Critelli: “La vostra è l’ipocrisia di chi usa il percorso istituzionale per non dire quello che pensa”. A favore della cittadinanza onoraria a Patrizia Moretti anche Sel e Movimento 5 Stelle.

Alla fine la proposta è passata con 19 voti favorevoli su 19. Hanno votato quindi sì Pd, Sel e M5s, mentre Lega e Pdl non hanno partecipato. Nello stesso consiglio è stato votato un ordine del giorno di solidarietà alla Moretti, con lo stesso testo del precedente, presentato dal Pdl in polemica con la scelta della cittadinanza onoraria: il testo è passato con 25 sì su 25 votanti. La Lega non era in aula.

La decisione di proporre la cittadinanza onoraria era stata presa come gesto di solidarietà nei confronti della signora Moretti dopo il sit in del sindacato di polizia Coisp a sostegno dei quattro poliziotti condannati per la morte di Federico.

Gli stessi agenti avevano ricevuto il sostegno di Carlo Giovanardi, che li aveva definiti “vittime”. Non pago l’ex sottosegretario alle Politiche Sociali aveva aggiunto: “Il sangue nella foto (di Federico) non è vero. Aldrovandi non è morto per le botte, non è stato massacrato. I poliziotti hanno avuto una condanna che non è neppure assimilabile a quella di Grillo che ha accoppato padre, madre e un figlio uscendo di strada con il fuoristrada, ma non è mai andato in carcere. Per omicidio colposo, cioè negligenza e imprudenza, non va in carcere nessuno”.

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