Bologna, la famiglia combina le nozze: sedicenne pachistana tenta il suicidio

BOLOGNA, 23 LUG – Una ragazza pachistana di 16 anni ha tentato di uccidersi bevendo acido muriatico per non subire l'imposizione del padre e del fratello, che avevano combinato le nozze con un connazionale che lei non voleva, ed e' stata ricoverata in gravi condizioni all'ospedale Sant'Orsola di Bologna.

E' accaduto a fine giugno e dopo dieci giorni trascorsi nel reparto di Rianimazione, superata la fase iperacuta e fatta la tracheotomia, e' stata trasferita in Pediatria, il reparto diretto dal professor Mario Lima, lo stesso che segue la situazione clinica delle gemelline siamesi.

La ragazza – riferiscono Repubblica e il Resto del Carlino – e' assistita solo dalla madre, poiche' il Tribunale dei minori ha allontanato padre e fratello dalla famiglia con un provvedimento d'urgenza. Non possono avvicinarsi alla giovane, e se lo facessero verrebbero arrestati.

La polizia era stata avvisata dallo stesso primario della Rianimazione, Stefano Faenza, insospettito dal fatto che in reparto la ragazza era stata cercata da un pachistano che diceva di essere il fratello, ma che dai documenti risultava avere un altro cognome.

Solo pochi giorni fa nel capoluogo emiliano era emerso il caso di un'altra giovane pachistana segregata in casa per settimane, perche' voleva vivere 'all'occidentale'. Una situazione simile ad altre precedenti, ancora piu' gravi, come quella di Hina, la ventenne pachistana uccisa nel 2006 nel Bresciano dal padre che non condivideva il suo stile di vita, o della diciannovenne Nosheen, ferita dal padre e dal fratello nell'ottobre dello scorso anno a Novi (Modena), mentre la madre fu uccisa a pietrate dal marito.

La ragazza ricoverata al Sant' Orsola, intanto, sta seguendo terapie specifiche per evitare un'operazione all'esofago, che pero' potrebbe rivelarsi comunque necessaria.

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