BOLOGNA – Nasce a Bologna il registro comunale dei testamenti biologici: è la prima città italiana ad adottarlo. Significa che chi vorrà potrà compilare la cosiddetta Dat (Dichiarazione anticipata di trattamento), consegnarla nelle mani di un notaio e dare comunicazione al Comune che terrà un elenco di tutte le persone che l’hanno redatta. La nascita del registro arriva a due anni dal voto del consiglio comunale che il 23 novembre 2009 approvò un ordine del giorno presentato dal Pd. Il registro comunale delle Dat avrà un costo che potrà variare, per ogni cittadino, da 50 ai 100 euro.
Il sistema escogitato prevede che i testamenti biologici siano materialmente conservati da un notaio (sul sito del Comune c’è un elenco di quelli “convenzionati”, che hanno aderito all’accordo con il Comune) e da uno o più fiduciari (che può essere il notaio stesso). L’anagrafe comunale terrà quindi solo una lista con su scritto quale notaio o fiduciario (o entrambi), conservano quel testamento. Così l’amministrazione bolognese, secondo l’assessore Matteo Lepore, “è inattaccabile di fronte a qualunque ricorso che arrivi dallo Stato”. L’assessore ha infatti spiegato che “anche spendere 1 euro per la conservazione materiale di ogni plico con dentro il testamento renderebbe l’amministrazione passibile di ricorso alla Corte dei Conti”.
Quando il cittadino vorrò redigere una Dat, dunque, dovrà firmare due documenti: il testamento stesso e una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà in cui “darà atto di avere compilato e sottoscritto una Dat presso un notaio”. Questa seconda dichiarazione finirà all’anagrafe del Comune e, in caso di necessità, un medico potrà rivolgersi a Palazzo d’Accursio per rintracciare velocemente il notaio o il fiduciario che conservano una copia autenticata del testamento.