Bolzano, alta tensione in carcere: detenuti violenti, dall’esterno droga e cellulari

Bolzano, alta tensione in carcere: detenuti violenti, dall'esterno droga e cellulari
Bolzano, alta tensione in carcere: detenuti violenti, dall’esterno droga e cellulari

BOLZANO – Alta tensione nel carcere di Bolzano, dove si respira un’aria da far west. Da un lato gli agenti, sotto organico e alle prese con turni sempre più pesanti e a rischio. Dall’altra detenuti, ogni giorno più insofferenti e violenti. E poi ci sono parenti e amici delle persone recluse che, approfittando della scarsa sorveglianza, si avvicinano al muro di cinta e lanciano all’interno del cortile pacchetti contenenti droga e cellulari.

A denunciare la situazione è la Uil Penitenziari che punta il dito anche contro la direttrice, accusata di mantenere una conduzione eccessivamente permissiva. Come riporta l’Alto Adige:

“Sono sempre più numerosi i casi di continue minacce e offese da parte di detenuti violenti – spiega Franco Fato rappresentante sindacale degli agenti di polizia penitenziaria della Uil (di cui è segretario provinciale) – e la direttrice invece di assumere provvedimenti disciplinari come prevede il regolamento, pensa di risolvere il problema spostando l’agente e mettendolo in servizio in un altro piano”.

Di norma, di fronte ad una minaccia del genere il detenuto dovrebbe essere posto in isolamento con intervento del consiglio di disciplina. In realtà nel carcere di Bolzano non accadrebbe quasi mai ed i detenuti ne approfitterebbero. Un paio di agenti della polizia penitenziaria da qualche settimana, a seguito di un profondo stato di depressione provocato dallo stress del lavoro, hanno dovuto recentemente ricorrere a cure anche di natura psichica. Un altro ha consegnato la pistola e ha annunciato di abbandonare l’incarico in quanto non più in grado di reggere psicologicamente. Nonostante gli agenti quasi tutti i giorni facciano decine di denunce, interventi sanzionatori nei confronti dei detenuti violenti non se ne vedono. «Veramente non ce la facciamo più – rivela ancora Franco Fato – i detenuti ci sfidano ogni giorno. Ci minacciano con le lamette in mano, ci sputano in faccia. Non contiamo più niente. Facciamo relazioni e nessuno prende provvedimenti».

Anche il passeggio pomeridiano nel cortile interno del carcere è ormai diventato momento di tensione in quanto parenti e amici dei detenuti si avvicinano al muro di cinta sui prati del Talvera e gettano all’interno dosi confezionate di droga e telefoni cellulari. Spesso il personale è insufficiente ad affrontare adeguatamente la situazione. «Abbiamo perso il controllo totale» denuncia anche Fato.

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