Bolzano indaga su una fondazione neonazi

BOLZANO – Ci sarebbero anche scenari del Terzo Reich dietro ad un'inchiesta della procura di Bolzano che ipotizza la violazione della legge Anselmi contro le associazioni segrete da parte della Fondazione Laurin, che avrebbe finanziato elementi dell'estrema destra sudtirolese.

I 40 milioni di euro che costituiscono il capitale della Fondazione potrebbero infatti provenire dalla 'arianizzazione' di un'azienda originariamente di proprieta' di ebrei austriaci espropriati dai nazisti e poi trasferita al padre di una donna, Helga Christian, che siede nel 'Curatorium', il cda dell'associazione.

La Fondazione, che da anni finanzia non solo contadini e artigiani sudtirolesi ma anche esponenti dei movimenti irredentisti, e' guidata da un cda pangermanista di tutto rispetto, del quale fanno parte, ad esempio, Peter Kienesberger ed Ehard Hartung, entrambi ispiratori dei circoli della destra neonazi tedesca e condannati all'ergastolo in Italia per attivita' legate al terrorismo separatista degli anni '60. I due sono stati tra l'altro condannati in contumacia per l'attentato di Cima Vallona che nel 1976 costo' la vita a quattro carabinieri. E del cda fa parte poi anche la Christian, figlia nonche' erede di un ricchissimo imprenditore austriaco: il capitale delle sue imprese sarebbe finito in parte nella Fondazione.

Le fasi dell'inchiesta, curata dal procuratore Guido Rispoli, sono estremamente difficoltose: gran parte degli elementi, infatti, si trovano all'estero, ma, sinora, ne' l'Austria e nemmeno il Liechtenstein hanno aderito alle richieste di rogatoria. L'unica a rispondere e' stata sinora la Germania, consentendo per la prima volta all'Italia di entrare nella casa di Kienesberger,a Norimberga, dove il terrorista sinora aveva vissuto indisturbato. La', in una cassaforte nascosta dietro un quadro, sono stati trovati documenti che confermerebbero le tesi dell'accusa.

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