Bonassola (La Spezia), parroco difende unioni gay, vescovo lo frena. Ma il paese lo sostiene

di redazione Blitz
Pubblicato il 22 Gennaio 2017 - 19:00 OLTRE 6 MESI FA
Bonassola (La Spezia), parroco difende unioni gay, vescovo lo frena. Ma il paese lo sostiene

Bonassola (La Spezia), parroco difende unioni gay, vescovo lo frena. Ma il paese lo sostiene

LA SPEZIA – Un parroco difende l’amore gay. Il suo vescovo lo frena, ma i suoi fedeli lo difendono, riempiendo la chiesa per fargli sentire la vicinanza durante la messa domenicale.

“Le idee, quando sono giuste, meritano di vincere anche qualora fossero in pochi a sostenerle”, dice don Giulio Mignani, sacerdote a Bonassola, piccolo centro dello Spezzino. E oggi non erano pochi a sostenerle.

“Non prevalga mai la logica che a vincere debba essere sempre il più forte, colui che alza maggiormente la voce. A vincere siano sempre e solo quelle idee di giustizia e civiltà che non devono mai essere calpestate”, aggiunge il parroco.

Don Giulio si è espresso a favore delle unioni civili tra persone omosessuali e ha criticato lo sportello antigender della Regione Liguria. Sul ‘don’ sono piovute critiche e Fratelli d’Italia ha chiesto anche la scomunica, e il vescovo della Spezia, Luigi Ernesto Palletti, ha frenato don Mignani sull’invocata apertura della Chiesa.

Il caso è partito da una chat che don Giulio ha con i parrocchiani in cui ha aperto alle famiglie arcobaleno. Criticato ma non abbandonato. Domenica mattina la chiesa di Santa Caterina era piena. C’era anche il sindaco Giorgio Bernardin e la prima coppia unita civilmente della riviera spezzina, Davide e Giuseppe.

Alla fine della cerimonia don Giulio ha parlato dall’altare. Un lungo discorso commosso, interrotto da numerosi applausi. Accanto a lui anche don Domenico Levaggi, ex parroco di Levanto di 86 anni, che in passato aveva espresso e invocato apertura della Chiesa ai divorziati.

“Desidero ringraziare ciascuno – ha detto don Giulio – per aver voluto sottolineare con la vostra presenza i valori di uguaglianza, rispetto e inclusione di tutti. Il nostro desiderio è manifestare a favore dei principi di giustizia che sono semplici regole di civiltà. Chi è per la giustizia è ‘per’, non è mai ‘contro'”.

All’uscita dalla chiesa don Giulio è stato abbracciato dai molti parrocchiani e dai cittadini che hanno riempito anche la piazzetta antistante. Un abbraccio speciale per i nipoti Edoardo e Lorenzo, di 10 e 8 anni. “Mi hanno sostenuto dicendomi di aver letto le mie affermazioni e di essere orgogliosi dello zio. Ma sono io a essere orgoglioso di loro. Rappresentano quella nuova generazione che ha già abbattuto quei muri che noi adulti, a volte, facciamo fatica ad abbattere”.