Bonus maturità, è guerra: studenti, rettori e famiglie contro ministero

Bonus maturità, è guerra: studenti, rettori e famiglie contro ministero
Bonus maturità, è guerra: studenti, rettori e famiglie contro ministero

ROMA – La maturità si avvicina e parte la guerra al “bonus maturità” che assegna un punteggio spendibile ai test d’ingresso dei corsi universitari a numero chiuso. Il ministero dell’Istruzione forse pensava di agevolare gli studenti, ma il bonus varia da città a città e anche a seconda della scuola. Il rischio è allora quello di penalizzare gli studenti di istituti che lo scorso anno registrarono i risultati migliori e non raggiungere l’obiettivo di un sistema di accesso alla scuola e all’università basato sulla meritocrazia. Non solo gli studenti si schierano contro il bonus maturità, ma anche i rettori delle università italiane.

Il primo rettore a mostrare perplessità è stato Luigi Frati, rettore della Sapienza a Roma, appoggiato da Marco Mancini, presidente della Crui. I due hanno appoggiato i dubbi di studenti, famiglie e insegnanti e chiedono al ministero dell’Istruzione una pausa di riflessione per evitare che una novità come il bonus, che potrebbe essere positiva, divenga negativa. Anche sulla scia di queste forti prese di posizione, a Viale Trastevere “si lavora per una soluzione che arrivi in tempi strettissimi”.

Mancini ha suggerito: “Si congeli il provvedimento in vista di una revisione. Occorre probabilmente una fase di riflessione in più prima di dare piena attuazione a quella parte del provvedimento (l’art. 9) che si occupa del punteggio correlato alla maturità e distribuito in maniera differente da scuola a scuola, fermo restando che lo spirito meritocratico nei confronti della carriera scolastica è assolutamente condivisibile”.

Il presidente dei rettori italiani ha poi aggiunto: “La cosa più opportuna da fare sarebbe un intervento normativo che bloccasse, come già avvenne in passato, l’applicazione immediata del provvedimento con riferimento ai dieci punti della maturità e consentisse di rivederne la complessa disciplina dei punteggi nelle scuole e altri elementi caratterizzanti”.

Si eviterebbero, secondo i rettori, parecchi disagi. L’anticipazione a luglio dei test d’ingresso per le facoltà a numero chiuso, decisa dall’ex ministro Profumo e accolta anch’essa da abbondanti polemiche, tra l’altro, ”sta obiettivamente comportando non pochi problemi, vista – ha sottolineato Mancini – la sovrapposizione fra test universitari ed esami di maturità, e questo specialmente nel caso di Architettura, come non hanno mancato di rilevare alcuni rettori”.

Il decreto ministeriale dello scorso 24 aprile (art. 10 l. b) stabilisce che i punti, da 4 a 10, verranno ”attribuiti esclusivamente ai candidati che hanno ottenuto un voto almeno pari a 80/100, rapportato alla distribuzione in percentili dei voti ottenuti dagli studenti che hanno conseguito la maturità nella stessa scuola nell’anno scolastico 2011/12”.

In altri termini il bonus non corrisponderà direttamente al voto effettivamente ottenuto, ma sarà rapportato alla distribuzione in percentili dei voti ottenuti dai candidati nell’anno precedente e saranno pure calcolati scuola per scuola, provocando così inevitabilmente differenze sia tra città sia tra istituti della stessa città.

Parecchi presidi hanno segnalato il rischio di penalizzare il merito e gli istituti scolastici che lo scorso anno hanno avuto i risultati migliori. Il ministro Maria Chiara Carrozza si è resa conto che il meccanismo così come è stato formulato rischia di creare pasticci: “La normativa in materia ha bisogno di essere semplificata, pur rispettandone i principi”.

Entro la fine della settimana dovrebbe arrivare una soluzione. L’ipotesi più accreditata è che si proceda a una modifica del decreto del 24 aprile allo scopo di rendere meno complicato e più equo il meccanismo consentendone l’applicazione da quest’anno, senza ulteriori ritardi.

 

 

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