ROMA – Bonus maturità, che gran pasticcio: il caso delle presunte disparità nelle valutazioni dei maturandi con l’applicazione delle nuove norme ha suscitato non poche discussioni. Ma il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, assicura di voler “correggere il sistema: il mio obiettivo è quello di semplificare la normativa rispettando i principi”.
In pratica la trovata è di dare agli studenti fino a 10 punti aggiuntivi al risultato dei test d’ammissione. Ma il sistema rischia che con lo stesso voto si prendano punti diversi anche in scuole della stessa città.
Il meccanismo architettato dall’ex ministro Francesco Profumo determinerebbe, dunque, una disparità fra regione e regione e pure tra istituto e istituto. Secondo i calcoli del quotidiano la Repubblica rischiano di essere avvantaggiati gli studenti delle scuole non statali e quelli degli istituti tecnici a scapito dei liceali. Nelle intenzioni l’obiettivo doveva essere esattamente quello opposto: evitare che gli studenti di istituti meno seri, i cosiddetti diplomifici, venissero favoriti da giudizi di manica troppo larga. Ma i criteri creati rischiano di penalizzare soprattutto gli studenti dei licei o comunque degli istituti più selettivi. Per questo il neoministro Carrozza si impegna a correggere il tiro.
‘‘Ho ereditato il provvedimento e sto cercando di capire – ha proseguito il ministro Carrozza – sto ricevendo tantissimi appelli e lettere di giovani su questo tema, la cui normativa deve essere semplificata, altrimenti ci esponiamo a discussioni. Il ministero dell’Istruzione è pieno di ricorsi e controversie, alle quali si risponde superando i cavilli e provando a rendere il sistema molto più semplice”.
Già l’Unione degli universitari e la Rete degli studenti avevano criticato il sistema dei bonus maturità, affermando che i criteri di valutazione per ottenere i bonus, previsti dalla normativa voluta dall’ex ministro Profumo, incideranno pesantemente sul punteggio finale del test.
“Non soltanto serve un voto dall’80 al 100 centesimi per avere dai 4 ai 10 punti – aveva denunciato Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’Udu – va anche equiparato il voto di diploma alla media dei voti presi nello stesso istituto scolastico nell’anno accademico 2011/2012 e non nell’anno in cui si è conseguito il diploma”.
Le due organizzazioni studentesche avevano quindi sottolineato come già dalle tabelle pubblicate dal Ministero si evinca una disparità non solo tra città diverse, ma anche tra istituti della stessa città. “Queste discriminazioni, sommate all’anticipo dei test a luglio e al sempre ostico sistema di risposte a crocette, scoraggiano sempre più gli studenti e impediscono loro di accedere alla facoltà scelta” aveva detto Orezzi.
“L’esame di Stato già di per sè ha tantissimi problemi, e spesso e volentieri non riesce minimamente a valutare correttamente gli studenti per quel che vale il loro percorso di studi. Dare una ulteriore importanza al voto di maturità rende questa ingiustizia ancora più grande e stabilisce delle nuove barriere al mondo della conoscenza, che già non è un mondo aperto a tutti” aveva aggiunto Daniele Lanni, portavoce della Rete degli Studenti Medi.