Mafia, il Consiglio di Stato annulla lo scioglimento del Comune di Bordighera

GENOVA – “Una decisione presa su un quadro meramente indiziario” che ”non è sufficiente per incidere sul consenso espresso dalla comunità nella scelta degli organi di essa rappresentativi”. Con questa motivazione il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso dell’ex sindaco del Comune di Bordighera Giovanni Bosio contro lo scioglimento dell’amministrazione comunale per sospette infiltrazioni mafiose disposto nel novembre 2011.

Una vera rivoluzione per il comune dell’Imperiese che, secondo la relazione dell’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni datata 9 marzo 2011, ”presenta forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata calabrese che compromettono la libera determinazione e l’imparzialità degli organi elettivi”.

Quella relazione riportava di intimidazioni per due assessori effettuate da ”membri di due famiglie contigue alla ‘ndrangheta” e comunque di una situazione tale da mostrare ”chiara la capacità di condizionamento della cosca operante a Bordighera su tutta l’amministrazione comunale”.

La relazione, nata dalla commissione d’accesso disposta con decreto dal prefetto d’Imperia il 4 agosto 2010, determinò la firma dello scioglimento da parte della Presidenza della repubblica in data 24 novembre 2011. Il primo ricorso al Tar del Lazio, opposto avverso il decreto presidenziale dall’ex sindaco Giovanni Bosio e da tutta la giunta comunale, non venne però accolto con decisione pubblicata il 2 febbraio 2012 e così’ Bosio decise per il ricorso al Consiglio di Stato che infine gli ha dato ragione.

Per Claudio Scajola il Consiglio di Stato ”ha fatto giustizia” mentre Giovanni Bosio sottolinea: ”Ci ho sempre creduto”. La consigliera Donatella Albano che denunciò minacce di stampo mafioso così ha commentato: ”Non muta il giudizio politico, amministrativo e giudiziario nei confronti della passata amministrazione. La sentenza non mi convince”.

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