I tedeschi che non pagano le tasse, in Italia: il caso Bosch

ROMA – I tedeschi che non pagano le tasse: un caso tutto italiano. Riguarda la Bosch GmbH, alle prese con un “duello” con l’Agenzia delle Entrate finito a suo favore: doveva versare al Fisco italiano 1400 milioni di euro, è finita che ne ha versati solo 300 grazie a un’intesa. La vicenda ha interessato anche la procura. La multinazionale tedesca, secondo l’Agenzia, non aveva versato in tasse quanto dovuto a partire dal 1997. I tedeschi hanno però risposto di aver pagato, ma in Germania.

La vicenda è rimasta fino a oggi coperta da un certo riserbo mentre in realtà era in piedi un vero triangolo (tra il penale e il tributario) tra la Bosch, l’Agenzia delle Entrate e la procura. Fino a raggiungere le dimensioni, economicamente parlando, di una fetta di manovra finanziaria. In pratica il Fisco aveva fatto i conti sommando gli anni di tasse non pagate dal 1997, più sanzioni e interessi, arrivando alla cifra-monstre di 1400 milioni. La multinazionale sosteneva però di aver pagato le tasse, ma al fisco tedesco. La procura di Milano non ha in realtà formulato un’imputazione, tuttavia, per paura di estenuanti strascichi penali e tributari, Bosch si è decisa a trovare un compromesso con l’Agenzie delle Entrate. E così l’azienda ha pagato molto meno del previsto, mentre il Fisco in compenso ha preferito incassare poco ma subito.

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