“Aggiustiamo la cartella”: i medici dopo la morte della neonata a Boscotrecase

Pubblicato il 18 Luglio 2012 - 10:35 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI –  “Domani può essere che vengano a sequestrare la cartella. Quindi vediamo di aggiustarla ora, che si può fare”. Questo sarebbe il discorso tra medici e ostetrica dell’ospedale di Boscotrecase, in provincia di Napoli, intercettati il 22 novembre 2010, secondo quanto riporta il Corriere della Sera. La bimba, Antonia, era nata da 2 giorni ed è morta il 25 novembre 2010.

I medici sarebbero stati pronti a nascondere eventuali responsabilità in vista di una possibile denuncia da parte dei genitori della piccola. Denuncia da parte di Giusi Amato e Michele Pagano che arrivò nel giorno della sua morte e che ha portato il 26 aprile del 2012 all’arresto dei medici Luigi Marciano e Amedeo Desgro e dell’ostetrica Gelsomina Donadio.

La mamma ha raccontato al Corriere: “Avevo capito subito che qualcosa stava andando male e poi dopo la morte di Antonia mi presentarono un tracciato che non mi era mai stato eseguito”.

Dalle intercettazioni ambientali del medico Angelo Mascolo, che ha poi consegnato agli inquirenti durante la fase delle indagini preliminari, sarebbero state confermate, riporta il Corriere che ne pubblica alcuni frammenti, delle presunte irregolarità al momento del parto. Irregolarità che avrebbero portato alla morte della bimba e di cui i medici si sarebbero resi conto fin dal primo momento.

Scrive il Corriere:

“Vedete di apparare (aggiustare, ndr) la cartella nel migliore dei modi”, suggerisce l’ostetrica e allora cominciano a scrivere “alle 10… cardiotocogramma, per 30 minuti… alle 10.15 controllo cardiotocogramma nella norma, 10.30 estremo cefalico….”. Avendo cura, scrive il gip, di omettere ogni riferimento alle numerose manovre di Kristeller effettuate e di cui invece nel corso dell’incontro si parla a lungo. “Le spinte le ho fatte pure io… ma le hai fatte pure tu”. Addirittura Mascolo non esita a definire bestiali le spinte praticate. Senza contare l’inclusione nella documentazione ospedaliera di un falso tracciato e le parole volgari e irrispettose usate per indicare la povera bimba, per giustificare il loro operato…[]”

“Un episodio vergognoso” secondo il procuratore aggiunto Raffaele Marino, che ha detto: “Questa storia è la spia di un degrado anche morale che non può essere accettato”.