BERGAMO – Si chiama Luigina, ma si fa chiamare Gina, ha 45 anni, nata a Bergamo, sposata e madre di quattro anni. E’ lei la detenuta del carcere di Bergamo che ha fatto perdere la testa a Massimo Giuseppe Bossetti. A svelare l’identità della donna destinataria delle lettere molto piccanti del carpentiere di Mapello accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, è la trasmissione Quarto Grado. Lettere in cui Bossetti si vantava delle dimensioni del proprio pene e in cui le assicurava che l’avrebbe eccitata a dovere.
Gina è stata arrestata nel 2011 e condannata a 13 anni per truffa, ricettazione e documenti falsi. Da circa sei mesi è diventata l’oggetto dei desideri di Bossetti nonostante non si siano mai visti né incontrati di persona. Cinque di quelle lettere sono ora negli atti del processo per il delitto di Yara. Secondo la pm Letizia Ruggeri, che rappresenta l’accusa, sarebbero rivelatrici della incapacità dell’imputato di frenare i propri impulsi sessuali. In particolare l’accusa evidenzia parole compromettenti, soprattutto quando si parla di depilazione dei genitali femminili come quelli di una ragazzina. Le stesse parole (riferite alle parti intime femminili) che gli inquirenti hanno trovato sulla cronologia delle ricerche web del suo pc e che l’accusa ha presentato come prove indiziarie a suo carico.
Di seguito riportiamo le lettere più importanti pubblicate dal settimanale Giallo:
Ecco le lettere in ordine cronologico. Il 30 settembre del 2015 Bossetti scrive: «Gina e tutti voi del reparto femminile, credetemi, fate bene a essere convinti della mia innocenza, perché io sono assolutamente innocente. Sono estraneo a questi fatti accaduti e lo dimostrerò fino alla fine… Mai e poi mai mi arrenderò per i loro schifosi errori, sbagli fatti a tavolino e a regola d’arte su di me. Credetemi, tutto quello che a me ingiustamente è successo, a chiunque potrebbe veramente succedere, è sufficiente trovarsi in un posto e allo stesso momento sbagliato ed ecco qua che finisci in un maledetto ingranaggio facendo il possibile per non essere stritolato, e che ti sembra possibile uscirne…».
Andiamo avanti con le lettere. È il 14 dicembre 2015 quando Bossetti scrive queste parole alla detenuta Gina: «Gina, parla e confidati se vuoi, dì tutto quello che vuoi o sapere su di me e io farò altrettanto… Tra due amici non ci sono segreti di nessun genere. Gina, cosa è un amico? Per me è un altro me stesso e chi guarda un vero amico in realtà e come se si guardasse in uno specchio. Non credi? Per cui io apro il mio cuore al tuo, se tu vorrai. Pure io tengo tantissimo al mio corpo: ogni giorno faccio una doccia al mattino e una alle 20 e mi cospargo sempre di crema Nivea, subito a ogni doccia, perché mi piace sentirmi morbido, idratato e profumato. È una bellissima sensazione di freschezza e pulizia». In questa missiva Bossetti comincia a fare le prime confidenze a Gina riguardo alla cura “maniacale” del suo corpo
. Lo stesso giorno l’imputato scrive: «L’unica cosa che ti chiedo è l’amicizia, io credo sia più duratura dell’amore, penso che l’amore non sia per sempre… Giusto? Però mi fa piacere che sono riuscito a confonderti, anche mia moglie l’avevo fatto sentire confusa inizialmente… Ricevo molte lettere da altri carceri, soprattutto da donne che intendono conoscermi e quanto gli sarebbe piaciuto tenere un marito come me… In verità in tutto questo mi sento fiero…».
Passiamo ora alla lettera del 2 gennaio 2016, in cui Bossetti torna a parlare della cura del corpo e, per la prima volta, di depilazione. Scrive: «…Sì, è vero, sono pochi gli uomini che si cospargono con la crema due volte al giorno… Io mi cospargo tutto il corpo… Sai sono depilato e per me stenderla è un attimo. Oh, non sai quanto mi piacerebbe venire lì con te, nella stessa cella, senza avere paura che loro pensino che potremmo fare sesso… Ti confido che con quel buon profumo che ti porti sulla dolce pelle per me sarebbe dura evitare di non toccarti. In sincerità il tuo profumo mi manda in delirio, ti stringerei forte forte a me e mai ti mollerei…». In una lettera datata 7 gennaio Bossetti parla dei tradimenti della moglie Marita: «Sai, io sono stato tradito, ma ho perdonato, ma non riesco a dimenticare. Poi una volta fuori ti devo parlare e dire tante cose di persona… Vorrei scriverle ma non posso».
Il 13 gennaio, il muratore scrive quest’altra missiva: «Gina, ti devo fare i complimenti, stavolta. Per la prima volta ho baciato le tue bellissime labbra. Sono stupende e belle carnose, mi piacciono davvero e le bacerei all’infinito. Grazie per questo bellissimo pensiero molto apprezzato da parte mia, ho cercato di sentire il tuo sapore delle labbra». Quando parla di baci, Bossetti in realtà si riferisce al profumo che emanano le lettere che gli manda Gina, dal momento che i due detenuti non si sono mai visti di persona.
Eccolo il passaggio in cui l’imputato dice di depilarsi le parti intime. L’argomento viene ripreso nella lettera del 17 gennaio, in cui Bossetti scrive: «Sono alto 1,70, peso 60 kg, corpo esile, carnagione chiara, amo il sole e le lampade abbronzanti, mi piace il colore che la pelle assume, adoro l’abbronzatura. La depilazione che faccio io, per intenderci una volta e per tutte, si tratta di ascelle, petto e tutto sotto. Ho subito l’operazione di ernia inguinale e mi ricordo che dopo 15 giorni di medicazione la caposala decide ti togliermi i punti e mi abbasso tutti i boxer e lei mi disse nel vedere. Gina, credimi, sono sincero perché potrebbe capitare un giorno, una volta fuori, di incontrarci e per questo ti dico che la verità prima o poi viene a galla… Niente, mi disse: “Bossetti, complimenti, che mazza”… Ti giuro, non voglio vantarmi, ma su questo aspetto la natura ha fatto un bella cosa…».
In un’altra lettera, senza data, Bossetti scrive: «…Tu? Alla domenica giornata di festività, che odio per assenza di tutto, e allora la spezzo prendendomi cura di me stesso: barba, capelli, depilazione, doccia, una bella incremata tutto il corpo, tutto completamente, mi improfumo e poi riparto a scriverti, ok? Sai, il mio compagno mi dice “sei peggio di una donna”, e lo so, anche mia moglie me lo diceva spesso, ma è più forte di me sentirmi a posto con il mio corpo e, poi, mi piace essere ben curato dappertutto! Ciao, ciao, a presto, dammi trequarti d’ora, 50 minuti e ti riscrivo…. Ciao Miciona. Tuo amico Massy».
Passiamo alla lettera del 21 gennaio. Scrive il muratore: «Lo stesso per te, immaginati o toccati pure adesso, non preoccuparti per Dany, se ti sta guardando, digli che è colpa mia, che te l’ho detto io e che in questo momento Massi è qui con me e al sesso non si comanda, per cui mettiti comoda con te stessa… Levati le mutandine, immergi nella tua bocca l’indice e il medio della mano destra, mi sembra di vederti, passale delicatamente sul tuo grilletto, che lo sento già molto stimolato, vero? Sì, bene così, in moto rotatorio… Fai conto di sentire la mia lingua nella tua f…. Uh, come ti sento già bagnato».
Dello stesso tenore la lettera del 23 gennaio: «Non ti immagini come le mie mani ti massaggerebbero tutto il tuo corpo liscio, sfiorandoti dolcemente quel bellissimo e apprezzato pelo che ti ritrovi, scommetto che solo al contatto con le mie mani, sentirle scorrere delicatamente su tutto il tuo corpo, ti farei bagnare e venire più volte… E la mia lingua si sente senza sosta sul tuo clitoride». Passiamo all’ultima lettera, che risale al 27 gennaio: «Sono stanco di soffrire, troppe giornate vuote, troppe giornate immerse nei pensieri dolorosi, pensieri che ti dilaniano o ti distruggono sempre più la voglia di vivere, troppi pianti ingiusti. Che Dio aiuti sempre te e tutte voi, per continuare in questo maledetto nostro inferno».