“Boycott Invalsi”: proteste, flash mob, test in bianco. L’ironia su twitter

"Boycott Invalsi": proteste, flash mob, test in bianco. L'ironia su twitter
“Boycott Invalsi”: proteste, flash mob, test in bianco. L’ironia su twitter

ROMA – “Boycott Invalsi”: proteste, flash mob, test in bianco. L’ironia su twitter. Il giorno del test Invalsi, la prova che serve a valutare studenti e professori nelle scuole, il boicottaggio e la protesta si sono presi la scena, dalle aule ai social network alle piazze. Scioperi bianchi, presidi, flash mob e assemblee, ma anche direttamente al momento del test. Un po’ come succede per le grandi manifestazioni ognuno dà i numeri: in questo caso, la “questura”, cioè il Miur (ministero dell’Istruzione), dice che solo l’1,79% delle classi ha boicottato la prova, il 30% rispondono i Cobas. 562mila studenti di seconda superiore sono stati coinvolti nel test.

“Valutati, non schedati!” è lo slogan che che è stato gridato a Roma, Milano, Siena, Pisa, L’Aquila, Genova, Napoli, Salerno, Bari, Torino, Catania, Cagliari e in tanti altri centri. A Milano ieri, per protestare contro i test, è stato occupato anche il Teatro Lirico. Gli studenti si rifiutano di compilare a testa bassa dei test di cui non condividono né la natura né lo scopo.

Abbiamo deciso di disobbedire, di rifiutarci di sottoporci ad un meccanismo di valutazione escludente e ingiusto che mira a rendere la scuola pubblica sempre più a servizio delle logiche manageriali. Valutare non può significare schedare, mettere in classifica, favorire la competizione tra scuole e studenti, indirizzare e svilire la didattica rendendola un semplice bagaglio di nozioni da digerire per affrontare i test siamo l’unico Paese in Europa che somministra agli studenti in maniera censuaria e non campionaria dei test assolutamente inutili, che non tengono conto delle condizioni sociali ed economiche degli studenti e che aprono pericolosamente le porte a dei criteri premiali per le scuole che eccellono. A fronte di tutto ciò riteniamo veramente inaccettabile che si spendano 16 milioni di euro per finanziare questo strumento di valutazione dannoso e inutile. (Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti)

Ma è soprattutto in rete che si è scatenata la fantasia degli studenti. c’è un personaggio che si è aggiudicato il podio sul personaggio Invalsi 2014: è Nello, citato nella prova di italiano al fianco di Bene, su cui arrivano tweet da tutta Italia: «No cari miei non mi fate questo, di zio Nello ce n’è uno solo» oppure il personaggio è stato appellato in maniera poco gentile con la rima «Nello er put..nello».

Non sono man­cate le frec­ciate agli esperti che hanno sti­lato il test. A comin­ciare dall’indicazione che impo­neva di «non girare pagina fin­chè non ti sarà detto di farlo». Qual­cuno ha rispo­sto, «Dobby non ha padroni, Dobby è un elfo libero». Oppure: «Non girare il foglio altri­menti arri­vano i par­ti­giani in classe». Il migliore è stato chi ha rispo­sto a que­sta ingiun­zione così: «Genny ’a Caro­gna ha detto che posso girarla!». Alla domanda «metti una sola cro­cetta« tra maschio e fem­mina i ragazzi si sono sca­te­nati, dimo­strando tra l’altro una certa cono­scenza sul dibat­tito sul Queer.

«Pen­savo di met­terne due», ha scritto qual­cuno. Oppure: «Sono un periodo di tran­si­zione». E ancora: «Signori e signore, pen­savo fos­simo ibridi». Lo spi­rito irri­ve­rente ha colto il punto: i ragazzi vivono i test come un’imposizione dall’alto. Non sop­por­tano di essere le cavie della didat­tica neo­li­be­rale e riba­di­scono i dubbi espressi da illu­stri acca­de­mici in tutto il mondo sulla vali­dità peda­go­gica e cono­sci­tiva dei test. (Ro. Ci., Il Manifesto)

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