Braccianti sikh dell’Agro Pontino drogati come cavalli per farli lavorare di più e alleviare la fatica

Braccianti indiani della comunità sikh dell’Agro Pontino a Latina drogati come i cavalli per alleviare la fatica e farli quindi lavorare di più. Vicino Sabaudia infatti un medico di medicina generale prescriveva un medicinale a base di ossicodone (oppioide simile alla morfina) ai lavoratori stranieri. Il medico è finito in manette.

Si chiama “No pain” l’indagine dei carabinieri del Nas di Latina che ha portato all’arresto del medico. Con lui interdizione dalla professioni di un avvocato e di una farmacista. Sono indagati a vario titolo per illecita prescrizione di farmaci ad azione stupefacente, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, Manche per frode processuale, falso e truffa ai danni dello Stato.

Braccianti sikh drogati per lavorare di più

Il medico di medicina generale avrebbe rilasciato illecitamente, per finalità non terapeutiche circa mille prescrizioni mediche. Tutte a carico del Servizio sanitario nazionale per oltre 1.500 confezioni di un farmaco stupefacente. Farmaco destinato a 222 braccianti sikh. Secondo gli investigatori, l’assunzione del medicinale non serviva per curare patologie degli assistiti ma per consentire loro di sopportare la fatica di turni pesantissimi di lavoro nel settore agricolo. 

Le ricette e i farmaci fantasma

Il medico avrebbe prescritto indebitamente 3.727 ricette indicando falsamente il codice di esenzione ticket a favore di 891 pazienti provocando un danno pari a 146.052 euro. Inoltre, sempre secondo l’accusa, avrebbe prescritto farmaci in realtà mai consegnati ai pazienti intestatari delle ricette, il cui costo veniva rimborsato alla farmacista indagata e destinataria della misura interdittiva. In concorso con altri indagati stranieri, avrebbe poi fornito falsi certificati medici finalizzati alla regolarizzazione di cittadini extracomunitari. Attestando falsamente la loro presenza sul territorio nazionale. 

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