Milano, confermata in appello la condanna a due anni per l’ex ministro Brancher

MILANO – I giudici della Corte d’Appello di Milano hanno confermato la condanna a due anni per l’ex ministro Aldo Brancher, deputato del Pdl, imputato per appropriazione indebita e ricettazione in uno stralcio dell’inchiesta sulla tentata scalata ad Antonveneta da parte di Bpi. Ministro lampo, solo per qualche settimana: Aldo Brancher era stato nominato titolare (ma senza portafogli) del dicastero “per l’attuazione del federalismo”. La cosa aveva provocato malumori nella Lega e proteste nell’opposizione. Brancher, imputato e neoministro, aveva fatto subito leva sul legittimo impedimento appena iniziato il processo in primo grado, il 24 giugno 2010. Dopo un’ondata di proteste, a sorpresa, si è però dimesso dall’incarico, il 7 luglio.

Brancher era accusato di appropriazione indebita e ricettazione per una somma complessiva di circa 827.000 euro che, secondo l’accusa, sarebbero stati a lui girati da Giampiero Fiorani, ex Ad di Bpi, o da persone a lui vicine, tra il 2001 e il 2005. Soldi sottratti dalle casse della banca, che sarebbero serviti per appoggi nel mondo politico e istituzionale. In primo grado Brancher era stato condannato per quattro episodi, due di ricettazione e due di appropriazione indebita, mentre per altri due era stato assolto. Sentenza confermata.

”Brancher ha dato una dimostrazione di grande spirito istituzionale, perché si è assoggettato al processo e quando ha capito che non poteva più fare il ministro si è dimesso”. Così si è espresso il difensore dell’ex ministro, l’avvocato Filippo Dinacci.

L’avvocato Dinacci, con il collega Pier Maria Corso, ha anche annunciato il ricorso in Cassazione contro la sentenza di oggi che ”non convince per tanti motivi, sia per la ricostruzione dei fatti, che per le conseguenze giuridiche”.

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